Gli stage si susseguono ormai quasi ogni week end e sempre nuovi festival vengono organizzati… Le scuole di ogni città si danno battaglia, accavallando nelle stesse date stage, offerti come merce in 3 x 2 sui propri volantini. Presto le banche apriranno linee di credito speciali per appassionati di tango. Tanta, troppa gente, butta un mare di soldi e non fa altro che creare dentro sé un'enorme confusione e a pochi giorni di distanza dall’ultima lezione si ritrova col portafoglio vuoto e con la memoria labile.
Ma andiamo per ordine.

Quasi nessuno di essi insegna per professione! Vivono di tournee itineranti e di lezioni 'volanti' fuori programma.
Mi spiegate cosa c’entra essere belli a vedersi con l'INSEGNARE?
Mia figlia frequenta una scuola di danza e la sua autorevolissima maestra di Belgrado ha portato nei palcoscenici alcune ragazze dopo anni di duro lavoro. Adesso, per esempio, una ragazza catanese sua ex allieva, fa parte del quadro permanente del Royal Ballet di Londra. La sua insegnante non è mai arrivata così in alto. Ma quando la ragazza torna a Catania fa sempre visita alla maestra, non smettendo mai di esternarle la sua gratitudine. E la ragazza la ringrazierà sempre, perché ella rimarrà sempre “la sua maestra” di danza. La ragazza non sarà probabilmente mai in grado di insegnare, ma sarà la sua vecchia maestra ad essere capace, anche quando sarà anziana, di “estrapolare” e “plasmare” l’energia necessaria ad una bambina per diventare una grande ballerina… a sapere riconoscere gli errori delle allieve prima ancora che si manifestino, ad avere un’ innata capacità didattica e a tirar fuori la loro leadership… ad avere la pazienza di restare dietro le quinte, a fare un compito che ai “grandi” risulta ingrato: insegnare piuttosto che stare sul palcoscenico.
Pausa.
Perché nel mondo del tango se non si vedono prima i ballerini esibirsi non ci si iscrive allo stage?
Cosa si spera di imparare in un paio d’ore?
Perché ci si ostina ad imparare a memoria?
Osservo perplesso qua e là i video di alcune lezioni di questi maestri “mordi e fuggi”. Resto allibito! E’ tutta roba da imparare a memoria, divagazioni ed alterazioni che poco hanno a che fare col tango che si dovrebbe ballare in una milonga, figure che ognuno di noi potrebbe tranquillamente inventarsi in casa una volta acquisite le basi. Così ci si ritroverà sempre a copiare! Ma quale tango fantasia! La fantasia questi ce la inaridiscono! Dove sono gli stimoli per le nostre improvvisazioni? Non vedo nessuno proporre uno strumento per sviluppare questa tanto agognata fantasia! Troppi, cosiddetti, maestri preparano sequenze da imparare a memoria e basta! Il tango, per me, non è questo.
Ho visto, dopo migliaia di euro buttati, pochi e selezionatissimi profili in grado di fare i maestri.
Maestro vuol dire: colui che crea le basi affinché il nostro corpo possa esprimersi in seguito ad uno stimolo percettivo esterno cioè la musica. Maestro è colui che sa insegnarti la musica dall’interno del ballo stesso, maestro è colui che ti fornisce i mezzi affinché tu possa esprimere un'intenzione o un'emozione, è colui che ti insegna a non perdere di mano la situazione, che riesce sempre a “sbrogliarti” la matassa e non quello che ti incasina la vita, è colui che, se è il caso, sa bocciarti senza aver paura di perderti come allievo e non teme di farti soffrire per insegnarti la sostanza e non la forma. E’ colui che sa offrirti le fondamenta per creare un' improvvisazione, colui che non ti permette di copiare, colui che sa portarti a creare uno stile personale. Saremo noi ad inventare poi. Copiando non saremo mai in grado di imparare nulla. Vedo nelle milonghe tanta gente che balla allo stesso modo, che sbatte e urta perché il tempo musicale è un optional e che ha in testa un unico obiettivo: portare a compimento la figura così come gli è stata propinata. E per molti questa è l’unica meta. E nel frattempo, chiunque in milonga si trova nel loro percorso non avrà scampo: dovrà spostarsi o sarà abbattuto fisicamente. Più aumenta il numero dei tangheri (termine audace) e più si balla in questo modo. E’ il risultato di un copiato piuttosto che una creazione improvvisata nello spazio a disposizione.
Mi rivolgo a chi è ancora in tempo, a chi iniziato da poco e può evitare tanti errori… l’anzianità media tanghera dei partecipanti a questo blog non è alta, ed io, che sento di dover imparare ancora tanto, voglio però “arrogarmi” il diritto di dare un consiglio :
Non confondete i ballerini con i maestri.
Troppo spesso non coincidono.
E in occasione della prossima sagra del tango che sto organizzando a Mongiuffi vi lascio con un video di due straordinarie coppie di Buenos Aires che saranno mie gradite ospiti.