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Ho avuto il dispiacere di conoscere Susana Miller nel dicembre del 2005. Ballavo da circa un anno e affrontavo le palesi difficoltà del principiante “in via di sviluppo”… qualcosa si muoveva dentro me ma non sapevo esternarlo, il tango era ancora un desiderio, un’idea che non prendeva corpo nei miei movimenti e poi , per me, allora tutto il tango era uguale e tutto era ancora sconosciuto…
Osannavo già alcuni maestri e mi doleva la loro irragiungibilità.
L’incontro con Susana fu devastante. Il primo (e pessimo) approccio con quello stile definito “milonguero” che infastidiva la mia coscienza nel suo minimalismo ma stuzzicava curiosità e prurigini culturali. La doccia fredda subita dalla Miller sarà indimenticabile. Mi aspettavo di imparare qualcosa di nuovo, di aggiungere qualche nuova figura al palmares di sequenze che già abozzavo ma… niente di tutto questo. Ebbi il sentore di non aver imparato nulla nel primo anno.
Forse per Susanna è solo una tecnica, un modo di essere. Un carisma che si gratifica e si autoalimenta col metterti in difficoltà, col farti capire che è meglio dedicarsi al ballo liscio o ricominciare da zero.
Fino ad allora avevo pensato del “milonguero” un tango chiuso e null’altro. Come pensano i più.
Iniziammo con alcuni esercizi di respirazione e mi sembrò strano trovarmi in una sala dove si stava per praticare una disciplina ayurvedica al posto del tango ma… ad un certo punto il nostro respiro fu bloccato, l’asse fu leggermente inclinato in avanti, i piedi distanti tra di essi e un equilibrio nuovo sembrava palesarsi… sembrava, ma non fu così. Fui massacrato. Spingevo col busto e non dovevo, tornavo diritto e lei mi richiamava, mi fece notare come il braccio e la mano destra li usavo per indicare e il sinistro era alto, e poi basso, l’allungo del piede troppo lungo e poi gli occhi… Oddìo gli occhi… gli occhi guardavano a terra e lei non voleva… “Fammeli vedere questi occhi!!!! Alzali!!!” e arrivò a mettermi le mani sul viso! Non ce l’aveva con me, faceva con tutti così… sembrava delusa. Ad un certo punto si sedette. Accese una sigaretta. La fumò sconsolata nonostante il divieto della palestra. E noi restammo in silenzio. Si ricominciò da capo e lei propose una figura banale. Un pretesto. Una cosa semplice in fondo. Evidentemente non le interessava altro che la postura, la pulizia dei movimenti e la chiarezza della marcacion. Andammo avanti con l’altra lezione e toccò nuovamente a Simona subirmi (l’unica nota positiva dello stage sembrava il fattore “C” che mi fece fare le lezioni con la Puleo come supporter)
Alla fine della lezione la Miller ci prese uno per uno e ci “provò”… si congedò dicendoci “Non ci sono uomini con cui ballare in questa città”… Avevo due lezioni pagate il giorno dopo. Ne feci solo una. Non mi andò più di essere umiliato.
Susana Miller impostore o guru del tango?
Sono passati circa due anni e mezzo. Oggi voglio reincontrarla. Mi piacerebbe capire se in quei giorni era “nera” per i fatti suoi o quello è davvero il suo carattere. Negli anni successivi ho conosciuto la sua discepola più eletta, Maria, e ho fatto germinare il seme che mi impose Susana. E mi piacerebbe oggi, con un pizzico di sfida, farle vedere che è cambiato qualcosa.
E magari ringraziarla… perché, pur odiandola in primis, con lei iniziai un percorso che non ho più abbandonato. Fegato signori, siete avvisati. Troverete un personaggio del tango che sarà consegnato alla storia. Nel bene e nel male.