MATE PER SOCIALIZZARE
“Se in Europa si conoscesse il mate… ci sarebbero meno divorzi”, ha scritto Arturo Paoli.
Il mate non è una bevanda. O non è solo una bevanda. È vero che è un liquido e… si beve, ma in Argentina, come del resto in Paraguay e in Uruguay, nessuno beve il mate perché ha sete. È piuttosto un costume, una forza socializzante. Il mate è agli antipodi della TV. Questa ti costringe al silenzio perché ti ruba l’attenzione, isolandoti dagli altri. Quello ti spinge a colloquiare se stai con qualcuno e ti aiuta a pensare se stai da solo.
Quando qualcuno ti viene a far visita, la prima cosa che si dice è “Hola – Salve!” e subito dopo: “Gradisci un mate?”. Questo dovunque e con chiunque: ricchi o poveri, giovani e anziani, donne chiacchierone e vecchine silenziose. È graditissimo nei ricoveri per anziani, ma anche tra adolescenti, mentre studiano, conversano o fanno gruppo. Lega padri e figli, amici e avversari. Peronisti e radicali, comunisti e nazionalisti si trovano attorno alla “pava”, il recipiente per preparare la “miracolosa” bevanda. Non ha stagioni: in estate o in inverno, a primavera o in autunno il mate è il compagno indispensabile. Non si sorbisce solo quando si dorme, per impossibilità fisica, se no…
Il mate è l’unica cosa che accomuna il boia alle vittime, i buoni ai cattivi, i santi ai delinquenti. Se hai un figlio gli dai il mate appena te lo chiede, lui si sentirà grande e tu orgoglioso che un rampollo del tuo sangue inizi a sorbire mate. Ti emozioni più che alla prima poppata. Con il passar degli anni saranno loro stessi, i figli, a decidere se prenderlo amaro o dolce, caldo o solo tiepido, con buccia d’arancia o senza, con uno spicchio di limone o no!
Il giorno in cui conosci qualcuno, lo inviti subito a dividere un mate. Se non hai ancora confidenza gli domandi: “Dolce o amaro?”. Sai già che l’altro risponderà: “Come lo prendi tu”, e il ghiaccio è rotto! L’informatico al computer ha vicino la caraffa con la bevanda nazionale e… i pulsanti della sua tastiera sanno di mate! In una casa può mancare di tutto, ma il mate no! In tempi d’inflazione, di fame, di regime militare o di democrazia, insomma in qualunque frangente il mate non ti molla. Qualsiasi maledizione si abbatta sulla tua testa o sulla tua casa, il mate non tradisce. E se un giorno dovessi rimanere senza erba, il vicino te la offre, è certo, perché sa che senza mate è come se fossi nudo.
Tutti i popoli hanno una cerimonia di iniziazione che segna il passaggio all’età adulta: i romani avevano la toga, gli ebrei la circoncisione… Gli argentini hanno il mate! Il giorno in cui tuo figlio sente la voglia di farsi un mate, per la prima volta da solo e prende la pava per prepararsi la bevanda, puoi giurarci che è diventato grande! Forse nessuno ricorda il giorno in cui è passato dal latte al mate!… ma certo non è stato un giorno qualsiasi: dentro è scoppiato l’orgoglio dell’adultità!
Il mate è solidarietà, rispetto, sincerità, compagnia, sensibilità, modestia, generosità, ospitalità, attitudine etica…
Troppo? Si vede che non siete argentini!
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