giovedì, ottobre 11, 2007

Boris Kovac & LaDaABa Orchest "Tango Apocalypso"



Cosa fare nell'ultima notte prima della fine del mondo? Balliamo e cerchiamo di essere felici ancora una volta... almeno.
A dispetto (o forse proprio in ragione) delle tragedie che hanno sconvolto i Balcani nell’ultimo decennio, la vita culturale Jugoslava è in grande fermento, basti pensare ai successi cinematografici di Emir Kusturica e a quelli musicali di Goran Bregovic.
Uno dei più attivi animatori di questa feconda scena culturale è Boris Kovac, compositore, strumentista e artista multimediale nato nel 1955 a Novi Sad, capitale della regione multietnica della Vojvodina, situata nella Pianura Pannonica ai confini con l’Ungheria.
Molti dei suoi progetti sono legati al teatro. Nel 1982 Kovac ha fondato il Ritual Nova Ensemble, un gruppo aperto e flessibile formato da musicisti, artisti visivi, attori e ballerini e dal 1989 guida il Chamber Theatre of Music Ogledalo e ha partecipato a decine di festival in Europa e America.
Dopo lo scoppio della guerra, Boris Kovac ha vissuto per alcuni anni in Italia, Slovenia, Austria e Canada, prima di rientrare in ex-Jugoslavia mosso dal desiderio di partecipare alla ricostruzione culturale del suo Paese.
Ispirandosi idealmente al lavoro svolto da Bela Bartok 70 anni fa, Boris Kovac si pone all’intersezione tra musica e cultura tradizionali e scena musicale contemporanea.
La ricchezza culturale della mia regione e della mia città - ha dichiarato recentemente - consiste nella coabitazione di una ventina di differenti nazionalità: è così di fatto impossibile stabilire da quale folklore viene la mia musica. Il fattore decisivo, comunque, è l’uso delle fonti tradizionali come cibo indispensabile per nutrire la creatività.
La medesima feconda mescolanza si palesa anche nei membri della sua orchestra. Fisarmonica, violino, chitarra, contrabbasso, clarinetto e percussioni sono suonati da musicisti mezzi serbi e mezzi ungheresi, mezzi rom e mezzi macedoni, le cui ascendenze sono impossibili da ricostruire chiaramente.
Il linguaggio musicale di Boris Kovac è ancor più vario e contaminato di quanto non lascino immaginare le sue origini: le sue composizioni e il suo stile posseggono una sorprendente, affascinante unicità. Il suo ultimo progetto, The Last Balkan Tango (sfociato nella realizzazione del disco omonimo che ha ricevuto ogni sorta di riconoscimenti, tra i quali vale la pena di ricordare le 4 f di Telérama, ovvero il massimo da una delle massime referenze musicali in Francia), è un dance party apocalittico capace di integrare le radici serbe, ungheresi e rumene del compositore con l’influenza del folklore balcanico, del jazz, del valzer, del tango e di perdute atmosfere mitteleuropee. Il risultato è assolutamente indescrivibile a parole: bisogna immaginare dei fuochi di colori diversi che ardono insieme, l’orchestra del Titanic che suona a festa, il letto del Danubio coperto di fiori mentre le luci e i suoni di una balera galleggiante trasformano la sera in un sogno...
In fondo, come Boris Kovac ama dichiarare, - la musica è l’ultima consolazione tra il cielo e la terra, l’ultima gioia prima della fine del mondo -.

Nessun commento:

Posta un commento

Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

Ultime inserzioni