Cari Tangonauti, sto leggendo una bella intervista in cui un maestro argentino di fama mondiale parla di insegnamento, di tecnica, di sensazioni. Parole stimolanti, che infuocano il corazon più di un whisky al doppio malto, che invogliano il lettore ad inforcare le scarpette e correre nella prima aula danza disponibile per fare indigestione di lezioni!
Tutto bellissimo, ma arriviamo alla dolente nota.
Studiare tango con maestri argentini in Italia è ormai diventato possibile quasi ovunque: stage e lezioni ci vengono offerti abbondantemente, presentati e conditi come i più prelibati cibi di un buffet in cui lanciarsi per abboffate coreografiche!
Ma quanto ci costa un’ora di lezione? Ormai lo standard è 30 euro. Altro che tangata...questa è una vera stangata!
Trenta euro...sessantamila delle vecchie lire per un’ora di lezione condivisa, se ci va bene, con altre dieci coppie di ballerini. Non pensate anche voi, frequentatori delle centrifughe milonghere, che sia un pò troppo? Lo so che non è elegante parlare di soldi quando si ha a che fare con l'arte, ma io mi sento spennata come un pollo, anzi una polla!
Se poi considerate che in media una lezione PRIVATA costa tra i 60 ed i 100 euro e che il suo costo può essere diviso con un partner, allora mi appare ancora più chiaro che il prezzo di una lezione di gruppo è esagerato.
Detto ciò, vi proporrei un semplice esercizio di algebra elementare.
“Il carovita aumenta”, “la cultura è per quelli che se la possono permettere”, “i piaceri si pagano”: ecco le frasi fatte che mi tornano in mente riflettendoci su.
Immagino che legittima necessità degli organizzatori di tali eventi sia riversare su di noi il costo delle trasferte dei ballerini, ma credo che se si abbassassero i prezzi delle lezioni ci sarebbero molti più iscritti agli stage ed i conti tornerebbero per tutti. Voi non credete?
Considerazioni pratiche a parte, noto inoltre con tristezza che come sempre “marketing docet” e più una cosa si paga più diventa desiderabile, come cosa di grande valore.
Quattro conti in tasca.
Io, me medesima me stessa, fatti quattro conti nelle mie tasche (ahimé sempre bucate!) di lavoratrice dipendente, mi sono detta che non valeva la pena per molti di questi stage.
Dite che si vedrà in milonga?
Io dico di no: sono poche le lezioni di gruppo che in un’ora o due riescono a lasciare il segno. Ce ne sono, ne ho sperimentate. Mi piacerebbe poterne sperimentare tante e tante altre, visto che l’offerta è così vasta, ma come si fa con questi prezzi?
So che in moltissimi la pensano come me e disertano stage così costosi; gli organizzatori, che tirano i fili di questo “teatrino”, farebbero quindi bene a ridimensionarsi un pò se vogliono che le loro classi registrino un numero di iscritti considerevole. Non dimentichiamo inoltre che una scuola o un’associazione che registra tante presenze agli eventi organizzati può godere di un notevole vantaggio commerciale, rappresentato non solo dall’introito degli stage, ma soprattutto dalla pubblicità derivata dal passaparola degli intervenuti, che si traduce in potenziali nuove iscrizioni di allievi.
So che in moltissimi la pensano come me e disertano stage così costosi; gli organizzatori, che tirano i fili di questo “teatrino”, farebbero quindi bene a ridimensionarsi un pò se vogliono che le loro classi registrino un numero di iscritti considerevole. Non dimentichiamo inoltre che una scuola o un’associazione che registra tante presenze agli eventi organizzati può godere di un notevole vantaggio commerciale, rappresentato non solo dall’introito degli stage, ma soprattutto dalla pubblicità derivata dal passaparola degli intervenuti, che si traduce in potenziali nuove iscrizioni di allievi.
A buon intenditor... pocas palabras!
Parole un po' scomode ma efficaci indubbiamente. Dico la mia. Ho scelto pochissimi (forse direi uno/a solo/a) maestri. Credo sia stato bene farlo. Calcolando poche lezioni private, qualche stage "mirato" e aggiungendo anche i costi di eventuali trasferte in altre città italiane si spende tanto quanto che con la frequenza assidua mensile alle lezioni, più stage, più festival, più varie ed eventuali... è chiaro che è qualcosa che deve venire dopo almeno due/tre anni di pratica ma secondo me è la scelta migliore. E' anche palese che devi abbandonare qualcuno perchè è venuto il momento di fare una scelta. Aggiungo che è anche gradevole (e serve a tanto) scegliersi pochi partner con cui ci si trova bene e la si pensa allo stesso modo e vedersi in casa a provare, provare, provare... ricordo inoltre che seguire tutti i ballerini che a vedersi sono bravi porta solo a terribili contraddizioni. Ognuno di loro si è creato una postura, un metodo di lavoro, una didattica, delle fisime che spesso cozzano tra di esse. Ho fatto lezioni individuali con chi mi ha impostato un braccio più alto della testa e con chi lo voleva rigorosamente ad altezza occhi. Chi mi richiamava se staccavo per un istante l'abbraccio e chi mi diceva di allentarlo. Chi al giro vuole il piede che "pisa" indietro e chi assolutamente col pivot. Cu a voli cotta e cu a voli cruda... Il rischio delle lezioni private è comunque quello di diventare un brutto clone di chi ti insegna, pertanto, se si sceglie la strada di farsi seguire privatamente,a parità di abilità dell'insegnamento è bene scegliere non tanto coloro a cui vuoi più somigliare ma coloro che ti somigliano di più! Ne trae beneficio il "tuo" tango e le tue tasche. Ultimo appunto: gli stage, al di fuori di un preciso programma di lavoro sono dei monconi che non servono a nulla. Troppo spesso anche gli stage presentati all'interno di programmi didattici risultano essere totalmente estranei agli stessi. Spesso sono solo toccate e fuga di ballerni in tournee. E poi, non mi stancherò mai di ripeterlo, un conto è esibirsi e ballare un altro discorso è insegnare. Ciao!
RispondiEliminaCiao a tutti, scusatemi per il poco tempo che dedico al blog... Prima o dopo mi farò perdonare.
RispondiEliminaBrava Scarlett my flor, tema sempre attuale quello del caro vita, più che mai oggi.
Concordo quasi totalmente su quanto esposto da Aliento, che saluto e spero di conoscere personalmente uno di questi giorni.
Io ho fatto la mia scelta per un modo di ballare comodo ed attento alla musica. Forse le ragazze dopo un pò si annoiano, non raggiungo più di due sacade o boleos a milonga, per me va bene così.
Il grande Tetè dice sempre:
Si balla la musica, non i passi.
Sottoscrivo.
Divagazioni...
Per le donne il tango è ancora più oneroso, tra vestiti, scarpe, calze ed ultimo anche l'intimo per le donne tanghere (vedi bellucci).
Ciao e so long.
Brava Scarlett(ina), hai toccato il tasto dolente tango-business è normale che
RispondiEliminaci sia ma è pure normale che un cittadino sia libero di sperperare i soldini custoditi
nel bel maialino di terracotta come preferisce; se poi ci mettiamo la crisi economica
del ns. paese, l'inflazione, i salari(per chi li riceve) fermi, il costo della vita che
aumenta; senza ombra di dubbio le tariffe che il mercato attuale presenta sono alte
e spesso inaccettabili per diversi fattori (spesso riferiti all'approccio didattico usato dal maestro).
Sono i maestri che pretendono troppo ? o Sono le organizzazioni che nn voglio mettere nulla
di tasca loro ? Questo nn lo sapremo mai.. ma una cosa sappiamo però... le tariffe che gli
stessi insegnanti hanno "oltreoceano" sono quasi una decima parte (se non di meno).
Magari si vuole restringere la cerchia di partecipanti a stage o lez. private ?
Può darsi pure questo.. fatto sta che io malgrado ne abbia voglia di farmi gli stages con alcuni
tra gli illustri maestri che di tanto in tanto vengono in zona "Sicily Island", appena inizio a leggere
le tariffe pianto il piede sul freno e mi accontento magari di vederli esibirsi.
Allora preferisco praticare (finche potrò) con le mie partner preferite a lez. o pratica che siano, concordo sul fatto che praticare con le partner con la quale ti trovi bene è la cosa migliore per conoscere bene se stessi;
ma non dimentichiamo che bisogna pure saper ballare con tutti(belli e brutti); mai fossilizzarsi con una persona solamente, soprattutto per voi donne che spesso vi trovate spaesate a ballare con una persona che non è il partner fisso.
E' anche giusto che ognuno di noi si crea una propria filosofia di stile, e che ad un certo punto si trovi pure il/i "patrozzo/a/i" argentino di riferimento, e ci potrebbero pure stare le lez. private, ma senza mai ricorrere agli strozzini :D.
Io nel frattempo.. ballo e mi diverto.
Ciao ;)
P.S.:Vecchio Holden bentornato... donne continuate a spendere in accessori ;)
Cara Scarlett ex buddacia,
RispondiEliminaa quasi due anni di tangheggio (e otto di candeggio...me estoy poniendo vieja uffh), guardandomi indietro, mi rendo conto che di soldini ne ho spesi tanti per il tango, ma l'ho sempre deciso io, sia nelle belle che nelle brutte esperienze, anche con evidenze rosse (o verdi?!) nel portafogli. Il discorso fila, ma secondo me bisogna cambiare punto focale. E' come quando compri casa nuova: vai a fare shopping e non te ne frega na cippa delle scapre, vestitini &co, gli occhietti scorgono solo tappezzerie, vasi, oggetti dell'Ikea...e sei nel paese dei balocchi. Ma arriva il momento in cui ci si ridimensiona, continuando ad amare casa, se non di più. Ecco, credo che nel tango avvenga una cosa simile. La passione ci travolge, ci scombussola, da principianti, ci farebbe anche mangiare solo pane e formaggio pur di comprare il primo paio di scarpe con tacco 10...fin quando non si cristallizza il piacere e, più lucidamente, ci rendiamo conto che se facciamo una milonga ogni due settimane anzichè quattro al giorno il piacere viene enfatizzato dalla dolce attesa...ed il potafogli ricomincia a sorridere! Così si sceglie la "marca" preferita di maestri, anche se ce li gustiamo una sola volta l'anno, o il detersivo per la lavastoviglie più economico. Gli accessori?! Noi compriamo solo centrini e fermacapelli, no?!
Sempre meglio rosse, comunque :-))
RispondiEliminaSollevo un punto che mi attirerà le antipatie di qualcuno. Dopo breve ricerca di mercato, ho scoperto che gli stessi maestri argentini che in alcune città d'italia (ho campionato stage a milano e napoli) fanno lezioni con teriffe orarie di 20/25 euro, qui da noi le offrono a 30; paccheeti da 3 lezioni a 50 euro, da noi sono messi a 70! Ma cos'è? Noi Siciliani siamo più ricchi del resto degli Italiani? Non mi pare. Questo mi sembra il nocciolo della questione. Poi è ovvio, ognuno i suoi soldi li spende come vuole...
RispondiEliminaBesitos
Ciao a tutti!!
RispondiEliminaIntervengo solo per comunicare un dato: questo natale a Londra lo stage di Naveira costava 15£ (pari a 25euri)... cioé grosso modo siamo in linea coi prezzi siciliani!
Perciò condivido l'idea di scegliersi un Maestro per seguire il suo metodo e soprattuto quella di (potendoselo permettere) praticare più spesso possibile con il/la partner che più ci aggrada.
Chi organizza ha le sue ragioni , se si sforza di realizzare un tot di milonghe durante tutto un anno, un tot di stages e magari un festival (come fa Angelo e come hanno sperimentato i ragazzi di Siracusa)deve sopportare dei costi e delle spese quasi "fisse".
Nessuno si impegna così tanto solo per il piacere di accumulare fatica e onori. Qualcosa ci deve uscire... fosse anche una pizza col gruppo dei tanghéri irriducibili!
E se rimane qualcosa con cui essere ragionevolmente certi di poter finanziare l'organizzazione di eventi importanti come il festival senza rimetterci di tasca.. BENE!
C'è una seconda via al tango?
Sì!
Cercatevi FAItango sul web, scoprirete una associazione nazionale che raggruppa comunità tanghére locali che organizzano rigorosamente SENZA scopo di lucro.
Ne faccio parte ancora adesso tramite l'ass. Gattango di Vicenza.
Per spiegare: tessera annuale di 10euri che da diritto a partecipare GRATIS a tutte le milonghe di FAItango, solo i gattango ne fanno una la settimana... cicli di lezioni organizzati a basso costo con Maestri argentini di qualità (io ho fatto lezione con Margherita & Walter e con Myrta Tyseira pagando 7euro a lezione), festival e eventi in tutta Italia.
Insomma, FAItango è in tutta Italia tranne che da noi.
Vogliamo discuterne insieme?
Concludo.
In effetti la malattia tanguéra è un pozzo senza fondo dove versare la maggior parte delle nostre entrate :)
mi spiace solo di non averne di così abbondanti da potermi permettere (ad esempio) di essere sempre presente alle milonghe catanesi.
Morale?
DIVENTATE RICCHI, cari tanghéri! anzi ARRICCHIAMOCI TUTTI!!
A:)ntonio
io proporrei di istituire un Sindacato Tanghéri!!! avanti con proteste e scioperi...
RispondiEliminaA:) ben tornato...
Bravooo 'o fratiii, tutti ricchi (di spirito di sopravvivenza?)!! Si, questa cosa di Faitango la sapevo pure io...vabbè...come direbbe Holden, PACIENCIAAAAAAA...LA VIDA ES ASIII'...
RispondiElimina...ma chi si accontenta gode????!
RispondiEliminacredo ci sia un po di confusione. Cercando sulla rete ho trovato un post proprio nel blog di faiTango che parla dei prezzi delle milonghe, http://faitango.wordpress.com/2007/12/03/sondaggio-dopinione-ti-amo-milonga-ma-quanto-mi-costi/.
RispondiEliminaNon l'ho letto tutto e chiedo venia se sto dicendo una gastroneria ma forse solo certe milonghe sono gratuite... la tessera da semplicemente la possibilità di accedere senza altri tessaramenti d'obbligo se vai in qualche associazione.
Comunque tralasciando questo punto non c'è dubbio che il tango abbia un prezzo ma ovviamente noi abbiamo la possibilità di scegliere. Raramente faccio stages fuori dal pacchetto delle mie lezioni mensili anche perché fosse per me tornerei a fare il turno principiante per ripulire ogni cosa che ho imparato fino a questo punto.
Adesso mi preparo... per andare a ballare ovviamente ;)
P.s: scusate la mia assenza e anche il commento di prima che rileggendolo ho notato ch'é scritto in modo orrendo :( ma vado sempre di corsa anche perché vi sto preparando una sorpresa :D
RispondiEliminatutto quello che dite è giusto e vero. tutte le volte che ho partecipato ad uno stage l'ho fatto per vari motivi. 1° x incontrare ballerini argentini famosi e bravi nel campo. quindi, come dire, per l'esperienza personale di incontro con questi 'grandi' che stanno là, a dimensione di uomo (o donna) per aiutarti a saperti esprimere e a capire l'altro, a comunicare con l'altro. 2° di nuovo per l'esperienza personale, ma questa volta, con tutte le persone che vanno a questi stage e che, come me, stanno cercando qualcosa, per migliorarsi, per amore del tango. 3° per imparare qualcosa di importante, sia nel bene che (quando va male), nel male (anche quello insegna qualcosa).
RispondiEliminasono stata recentemente ad uno stage molto bello di tango nuevo che, ho scoperto, mi piace moltissimo. le prime sezioni di questo stage sono state molto spassose perché, anche se non siamo riusciti a 'sbrogliare' le mani e braccia nelle solcadas (ahimé) o non si riuscisse a fare l'"elastico", si è riso un pò su e la cosa importante era: ci sono sempre i maestri a cui poter chiedere. a cui ricorrere. sono là per noi. ed in effetti, lo erano: la Sepulveda andava da una coppia all'altra nonostante la stanchezza; mentre Frumboli faceva provare i passi alle donne.
le ultime due sezioni dello stage sono state disastrose per i partner con cui ho ballato. uno non stava attento. non ha mai chiesto ai maestri. si era fatto i passi a sua misura convinto forse di non dover imparare nulla dai maestri; l'altro invece mi faceva le facce ogni volta io cercassi di osservare i maestri o gli altri ballerini, dicendo che io cercavo altrove quello che dovevo trovare nella coppia. non era vero. anche lui evidentemente era convinto di sapere già tutto. mi chiedo: perché si fosse iscritto a questo stage, allora, e non avesse affittato una video cassetta. i passi erano difficili. prima di trovarli all'interno della coppia, bisogna trovarli all'esterno e chiedere ai maestri.
insomma, una delusione. questo è il secondo stage con dei grandi, costoso (quanto basta, considerando il numero di lezioni e la fatica dei maestri che sono là per noi) che mi delude amaramente e per cui torno a casa in lacrime senza neanche salutare.
dicono che bisogna avere i/il partner giusti/o. non ci credo. non ci credo più. io dico che se vi vuole spendere una cifra, bisogna avere coscienza del valore di quello che si spende e si fa. i maestri sono là per noi. per TUTTI noi. e lavorano molto. danno tantissimo. sia organizzare che fare uno stage (non solo per i partecipanti, ma parlo dei maestri) è molto stressante e stancante. i soldi spesi, a mio avviso, sono, a quesot punto, spesi bene, quando vedo quanto fanno. anche quando scorgo l'amarezza e la delusione negli occhi di Frumboli quando vede l'incapacità nei partecipanti al corso di stare attenti, di ascoltare e di fare quello che aveva poco prima spiegato e la scarsa umiltà di alcuni uomini, che sono i primi per cui gli stage sono fatti, dopo tutto. le donne imparano, ma sempre se l'uomo lo fa pure. si è in due ma è l'uomo che porta la donna.
insomma, sono arrivata alla conclusione che se spendo i miei pochi risparmi in questi stage è perché vedo l'impegno dei maestri. mi iscrivo agli stage senza avere compagno nonostante la stanchezza di cambiare continuamente. sino a oggi non ho incontrato un compagno di ballo con cui mi trovassi bene, che avesse l'umiltà di chiedere ai maestri, che condividesse il mio stesso impegno nello stare in ascolto dei maestri, di se stessi e della proprio compagna e che non criticasse quelli intorno a lui, considerandosi, sotto sotto, "er mejo". il mio problema è che amo il tango e non so come sarà, se ci sarà, un futuro nel ballo del tango. vorrei tanto di sì.
forse quello di ieri è stato l'ultimo stage che frequenterò. ho visto ed ho provato alcuni passi con Frumboli. il suo tocco è simile ad una nuvola. una piuma. chi balla con lui deve essere necessariamente un'ottima ballerina, come la Sepulveda.
quando si incontrano persone così, è bellissimo.
TaoTango grazie per aver lasciato in questo commento le tue impressioni sullo stage con Frumboli. Avevo sentito pareri discordanti sul suo metodo d'insegnamento, ma dopo questi giorni di stage i pareri che ho sentito sono stati tutti entusiasti. Personalmente sono rimasta ipnotizzata durantela sua esibizione al Salon, ma questo argomento è meglio trattarlo in calce all'ultimo post su Frumboli. Mi dispiace non aver fatto le lezioni, sebbene anche queste siano carissime. Per un grande maestro si può anche spendere una grande cifra, però hai ragione quando dici che serve il partner giusto per riuscire a studiare bene e quindi non sprecare il proprio denaro. Durante una lezione ci si dovrebbe porre con grande umiltà e in continuo ascolto per riuscire ad assorbire il più possibile dal maestro. Cara mia, chi non lo fa spreca solo il tempo della sua vita a "riscaldare il banco", ma non imparerà mai nulla. Dispiace solo che insieme al suo tempo fa sprecare a noi il nostro. Meglio arrivare a lezione con qualcuno che conosciamo già. Besitos
RispondiEliminaCiao a tutti! Scusate la mia lunga assenza..ma su questo argomento non posso che dire alcune considerazioni fatte..soprattutto in risposta a Taotango. Detto che gli stage sono uno svenamento di risorse economiche...ma chi più chi meno si svena se si vuole svenare..i maestri...beh..io la vedo così: libertà di scegliere, sperimentare, conoscere, approfondire...scoprire! Poi il partner...GIA' NOTA DOLENTE (COME I NOSTRI PIEDI) di noi ballerine..VERO!
RispondiEliminaPERO': 1- allo stage di Frumboli/Sepulveda poco rispetto dei maestri in primis e di chi cercava di concentrarsi perchè c'era un chiacchericcio infernale, non si sentiva quasi la musica!
2 - Molti non osservavano o comunque poco attenti alle spiegazioni che andavano oltre alla tecnica del passo e che consideravano solo la percezione dei corpi.
3 - devo dire che comunque a tutti gli stage ci sono quelli/e che dovrebbero farsi una domanda: sono in grado di sostenere una lezione che va molto più in là delle mie conoscenze tecniche? Anche e soprattutto in rispetto del partner, della classe, dei maestri.
Con quest'ultima affermazione so di essere antipatica ma purtroppo osservando mi sono resa conto di ciò. Comunque sia HASTA LA MILONGA SIEMPRE!!! un beso
Io ho una considerazione sulla punta della lingua e la voglio dire: secondo meeeeee...tanti di coloro che si accostano alle lezioni di tango nuevo fanno parte di quel gregge selvatico dei "pirati della milonga", cioè di coloro che si affannano per mostrare gambe svolazzanti e non si curano nè della tecnica con cui eseguire le sequenze, nè tantomeno dei malcapitati compagni di milonga sui quali devono passare sopra pur di fare queste benedettissime sequenze "circensi"! Perchè le loro movenze sgraziate e barcollanti nulla hanno a che vedere con il tango, classico o nuevo che sia! Questo branco di bufali, che avanzano incuranti e a testa bassa diretti verso non si sa quale meta, sono gli stessi individui che durante una lezione come quella di Frumboli si aspettano di apprendere solo passi svolazzanti per i loro zoccoli. La tecnica? La percezione? Che cos'è? Fa fare il doppio salto mortale con ganchos multiplo e rientro con caschè? Noooooo? E allora chi se ne frega? Meglio una gustosa chiacchierata tra compadritos in piena lezione!
RispondiEliminaA volte mi piacerebbe avere una frusta con cui "ammaestrare" queste bestie da circo.
Scusate lo sfogo, ma il rispetto verso gli insegnanti e verso i vicini di milonga dovrebbe essere un valore irrinunciabile.
Demetra, non sei antipatica. non lo sei mai stata.
RispondiEliminarispondo con la mia opinabile opinione.
1. il chiacchiericcio non mi disturbata di più di quanto il sssssssssss prolungato e purtroppo vicinissimo di chi si riteneva superiore a quella 'bolgia' di anime che si affannavano a dare retta ai maestri.
2. preferisco stare là, ascoltare i maestri piuttosto che isolarmi pensando che il meglio lo si deve trovare all'interno della coppia. scusa, ma allora che ci stanno a fare i maestri. se ho un dubbio, preferisco chiedere, provare, riprovare, verificare. non mi piacciono le persone che pensano di sapere tutto perché ballano da diversi anni e con questo vado al punto 3.
3. ho visto tantissimi tangueri e tanguere e ti assicuro che gli anni di tango alle spalle non sempre corrispondono ad una bravura sul campo.
4. lo stage NON era solo dedicato alla percezione. sia passo che percezione vanno di pari passo.
insomma, e con questo concludo. in genere preferisco le persone umili sul serio. quelle persone che chiedono se non sanno e che chiedono anche se sanno, che è sempre meglio di fare da soli. specie se si è ad uno stage, che, come tu hai detto, era abbastanza costoso. ho risparmiato i soldi per farlo, come, penso un pò tutti. non credo che il tango sia per gente ricca. e neanche i maestri, dopo tutto, lo sono. fanno una vita dura e stancante. quando si incontrano dei maestri così (argentini o italiani o siciliani) è un dono prezioso e io desidero farne tesoro, perché non ho, appunto, alcuna esperienza nel tango e per questo, chiedo sempre prima ai maestri se posso partecipare e se credono che il livello sia quello di mia competenza. in genere, cmq, come ho già ribadito, il grosso del lavoro è dell'uomo. alla donna rimane dire il proprio parere, i propri dubbi e, se il partner, non fa le facce, non se la prende come per una lesa virilità o come una 'lesa bravura' fatta da una arrivata da poco (poveretta), allora penso che il problema sia proprio della coppia che non va. tutto sommato, c'è sempre un'altra donna dietro l'angolo già pronta.
vero: rispetto dei maestri/insegnanti ed anche dei vicini.
RispondiEliminaero allo stage. tutte le chiacchiere alla fine erano forse troppe, ma, a me è sembrato, tutte intorno ai maestri, a chiedere, provare, verificare, scoprire.
il momento della percezione c'era anche stato. si continuava ma su un'altra dimensione adesso. gli altri maestri stavano provando.
che peccato non aver potuto chiedere e che peccato che quando avevo chiesto il mio partner non mi aveva proprio dato alcuna retta.
a me il tango nuevo è piaciuto moltissimo e lo considero molto più difficile di quello milonguero nel senso che anche persone 'brave' possono essersi trovate in difficoltà con questo tango 'nuevo', proprio perché nuovo.
la coppia è discosta nel tango nuevo e la percezione, l'intesa, la stessa visione, lo stesso ascolto, la reciproca comprensione sono fondamentali.
vero: rispetto dei maestri/insegnanti ed anche dei vicini.
RispondiEliminaero allo stage. tutte le chiacchiere alla fine erano forse troppe, ma, a me è sembrato, tutte intorno ai maestri, a chiedere, provare, verificare, scoprire.
il momento della percezione c'era anche stato. si continuava ma su un'altra dimensione adesso. gli altri maestri stavano provando.
che peccato non aver potuto chiedere e che peccato che quando avevo chiesto il mio partner non mi aveva proprio dato alcuna retta.
a me il tango nuevo è piaciuto moltissimo e lo considero molto più difficile di quello milonguero nel senso che anche persone 'brave' possono essersi trovate in difficoltà con questo tango 'nuevo', proprio perché nuovo.
la coppia è discosta nel tango nuevo e la percezione, l'intesa, la stessa visione, lo stesso ascolto, la reciproca comprensione sono fondamentali.