Teatro Vittorio Emanuele di Messina
8 FEBBRAIO 2008 - ore 21.00
9 FEBBRAIO 2008 - 21.00
10 FEBBRAIO 2008 - 17.30
Maria - Patricia Barone
(Cantor) - Sebastiàn Holz
El Duende - Juan Vitali
Quinteto Fundaciòn Astor Piazzolla
Ensemble Fundacion Astor Piazzolla
Coro
Direzione musicale Julian Vat
Maestro del coro Crstina Casal
Direzione artistica generale e costumi: LAURA ESCALADA PIAZZOLLA
Prezzo biglietti da 40 € (platea) a 10 € (II galleria).
Biglietteria online
Sinossi
Maria de Buenos Aires, la tango operita di Astor Piazzolla è stata eseguita per la prima volta al Planet Theatre di Buenos Aires nel maggio del 1968 e da allora ha conosciuto un incredibile successo mondiale.
La musica usa il linguaggio del nuevo tango, a cui Piazzolla deve la sua notorietà.
Questa produzione presenta la veste originale dell’operita, come era stata concepita da Astor Piazzolla: in forma semi-scenica, con tutti i musicisti presenti sul palco assieme alle voci soliste e al coro. La regia e i costumi sono di Laura Escalada Piazzolla, vedova del compositore, che presenterà lo spettacolo.
L'argomento trae spunto da una sorta di leggenda metropolitana che narra di Maria, operaia di un’industria tessile di Buenos Aires che, dopo essere diventata una cantante di tango, entra in una casa di tolleranza dove muore quando è ancora molto giovane. Maria viene seppellita nella Buenos Aires degli Anni Dieci e su di lei crescerà la città.
Questo personaggio, la cui esistenza vive nell'immaginario dei cittadini di Buenos Aires, tra la realtà e il sogno, con la sua intrigante ambiguità offre lo spunto per una grande metafora che di fatto assimila la città rioplatense con le sue violenze, i suoi drammi, le sue leggende, le sue magie.
Nel racconto di Ferrer, la vicenda si colloca nella Buenos Aires moderna. Compare El Duende, una sorta di demone che per gioco va sulla tomba di Maria, dove è già cresciuto l'asfalto della città e la fa rivivere, facendole fare la stessa tremenda vita che aveva fatto in precedenza.
Nel corso dell'opera compaiono tutta una serie di personaggi surreali, come il Bandonen, altro demone che seduce Maria portandola nel campo del male per la seconda volta. Questi personaggi sono le figure che popolano i bassifondi di una tipica metropoli di porto: ladri, prostitute, protettori, ubriaconi, assassini.
Essi si relazionano con la protagonista accompagnandone e condizionandone l'esistenza.
I diversi episodi si muovono tra luoghi, ambienti, rievocazioni e stati d'animo della città come le bettole, le interminabili e violente partite a carte, i timidi corteggiamenti di ragazzi senza speranza, gli stupri, i rumori di una città palpitante di morti e di resurrezioni.
Metafora e simbolismo sono il sale di tutta la vicenda. Il testo di Ferrer ricorre più volte all’evocazione delle simbologie numeriche; mescola in un tradizionale rito latino-americano il sacro e il profano; ambienta molti momenti in Natali e Pasque di irriverente sacralità laica.
Alcuni personaggi sono poi in stretto riferimento con la cronaca della Buenos Aires degli Anni Sessanta, come gli psicoanalisti, pensati addirittura in esercito organizzato, tanto erano numerosi e agguerriti in Argentina in quegli anni di grande crisi economica, che produceva nevrosi, perdita di identità e disperazione.
Tutto il racconto si sviluppa attorno ad allucinanti metafore nelle quali Maria/Buenos Aires sorge da un inferno grottesco (le fogne della città), vi affonda e riemerge, alternando la disperazione della sua esistenza con il ricordo triste delle proprie origini e le immagini di un paradossale e segnato futuro. Le tristi vicende di Maria sono infine sublimate in un atto di partenogenesi per la quale, morendo, ella genera repliche di se stessa, così come la città di Buenos Aires produce ogni giorno infinite storie di vita e di morte.
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