domenica, dicembre 24, 2006

Le origini Del Tango in Italia

Dal momento del suo arrivo, il tango occupò nell'immaginario collettivo degli italiani uno spazio legato all'erotismo, al proibito ed al mondo dell'esotico. Tra questi tre aspetti, forse è proprio l'ultimo che è rimasto legato con maggior persistenza al genere. Lo stesso desiderio d'esotismo che in Europa aveva favorito negli ultimi decenni dell'Ottocento l'organizzazione delle Esposizioni Universali, il nascere di archivi sonori dedicati a conservare musiche extraeuropee e le prime ricerche etnomusicologiche, preparò l'ambiente propizio ad una ricezione entusiasta del tango arrivato d'oltreoceano negli anni che precedettero l'esplosione della Grande Guerra.

ANNI 1913 -'14
Durante i mesi che precedettero la guerra del 1914 il tango rioplatense conobbe nell'Emisfero Nord l'impressionante successo da tutti conosciuto, dovuto alla sua componente coreografica, che apportava un concetto nuovo, audace e tragressivo del ballo di coppia. I riferimenti al riguardo nella stampa dell'epoca costituiscono un corpus smisurato in relazione ai documenti musicali e letterari specifici -cioè, alla produzione locale di composizioni- e, nel caso dell'Italia, permettono persino di dare una lettura di numerosi fenomeni legati alla situazione sociale e politica che attraversava il Paese. Dalle tematiche sviluppatesi con l'introduzione della danza rioplatense nelle principali città italiane, traspaiono questioni tali come la crisi nelle relazioni tra Stato e Chiesa Cattolica, le denunce di un presunto rilassamento morale dei costumi sociali, l'ipocrisia delle classi benpensanti o la sottomissione della danza al giudizio di una serie di autorità morali sopra una sua eventuale pericolosità, in quanto fonte di corruzione individuale e sociale.È da evidenziare che, sebbene il 1913 sia l'anno della "comparsa"del tango come tema ricorrente nei giornali e riviste di mezza Europa, la pratica coreutica comincia in alcune capitali del continente alcuni mesi prima. I dati riguardanti Parigi compaino addirittura qualche anno prima. Questa metropoli è infatti riconosciuta come il centro da cui partì la diffusione europea del tango, come era accaduto con i balli di sala in tempi anteriori.Il riconoscimento dell'origine argentina del tango è in alcuni casi associato a pregiudizi xenofobi. Il paese sudamericano, sebbene risulti vicino agli italiani per motivi legati all'emigrazione, si trova geograficamente molto lontano dall'Europa.

IL VENTENNIO FASCISTA
Lo scoppio della prima guerra mondiale impone un momentaneo silenzio su queste tematiche, e durante questo triste lustro nella stampa italiana troviamo solo qualche sporadica notizia sul tango, come quella che si riferisce alla sua pratica tra soldati nel fronte di battaglia. [...]
Quando in Europa si chiude quella relativa parentesi, in Argentina già ha avuto luogo l'avvento del tango-canzone, con Carlos Gardel che esegue "Mi noche triste" nel 1917, su testo di Pascual Contursi e musica di Samuel Castriota. Fino a quel momento, i tanghi destinati ad essere cantati possedevano dei testi generalmente di scarso impegno e leggera ossatura. Argomenti privi di una qualsiasi densità di contenuto, che spaziavano dall'allusione erotica alla satira di costume più o meno artificiale, erano messi in verso con fini di intrattenimento. Con Mi noche triste entra nel tango una tematica precisa e caraterizzante, spesso tinta di malinconia e di profonda nostalgia per l'irrrecuperabilità del passato. Con questo rinnovamento del genere si da spazio all'azione congiunta di poeti e musicisti che insieme cominciano a produrre un crescente repertorio di canzoni caratterizzate dalle tematiche che tanto sarebbero state studiate in seguito (malinconia, nostalgia per un passato perduto, corruzione della donna, incapacità di amare dell'uomo, temi politici, ecc) Il tango "sale dai piedi alla testa" [García Jiménez, 1968: 37] per tessere, tra storia del reale e dell'immaginario, una rete infinita di argomenti, dai quali si lasciano afferrare di buon grado sempre più numerosi consumatori del genere. [...]
Questi fenomeni comprendono l'ingresso dei musicisti di tango nel conservatorio e quello dei ballerini nel cabaret, dove questi musicisti indossano lo smoking e leggono -o fingono di leggere- spartiti. Le società occidentali dell'Emisfero Nord seguono da vicino questi processi, e divengono tentatrici di promesse di fortuna per gli artisti rioplatensi di tango, molti dei quali preparano le valigie per trovare lì quell'America che i loro antenati europei trovavano nelle terre del Sud.La maggior parte di questi musicisti sbarca in città come Parigi o Barcellona. In Italia, nonostante gli evidenti legami etnici creati dall'immigrazione, arrivano in pochi. [...]
La visita più importante per questa storia, in quanto lavorò più a lungo in Italia e lasciò tracce più profonde negli stili di interpretazione di questo paese, fu quella di Eduardo Bianco, il quale alla fine del 1929, giunse con la sua orchestra a Roma, proveniente dalla Spagna (dove, secondo le cronache, aveva suonato davanti al re Alfonso XIII). Racconta Cadícamo nella sua Historia del tango en París, che in Italia Bianco propose a Vittorio Emanuele un'esibizione e che, grazie al suo consenso, questa ebbe luogo nella sala Umberto in via XX Settembre. Seguendo le esigenze dei pubblici europei di allora, Bianco e la sua orchestra si esibirono vestiti da gauchos davanti "la corte italiana en pleno" [Fontevecchia, 1979/80: 327)] . Il re e le sue due figlie (Yolanda e Mafalda) erano presenti all'evento ed applaudirono le esecuzioni dei musicisti argentini. La settimana seguente questi ricevettero un invito del re per suonare durante una colazione nella casa di campagna "Villa Savoia" a otto kilometri da Roma. Fu lì dove Mussolini ascoltò i tanghi Plegaria, Adoración, Sentada a mi lado ed altri.
tratto da Discoteca di stato
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

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