mercoledì, aprile 04, 2007

Pizza a Napoli e tango a Buenos Aires

Ovvero Riflessioni di un tanghero diseducato e confuso

Per chi, come me, si emoziona alla vista del golfo di Napoli da Posillipo o piuttosto ama percorrere all’imbrunire la via che dal S. Carlo conduce a via Chiaia, passando dal settecentesco bar Gambrinus poco adiacente a piazza Plebiscito, non può che essere tentato da una visitina gastronomica presso la celeberrima e antichissima pizzeria Brandi… Non ricordo quante volte mi sia fermato là e non ricordo bene neanche il sapore della pizza che a tutt’oggi, si dice, sia proposta come l’antica ricetta insegna … In buona sostanza, la stessa pizza che assaggiò la regina Margherita possiamo gustarla ancora oggi… e, a conferma del fatto storico realmente accaduto, la pizzeria espone una lettera di plauso della regina stessa a ringraziamento del gustoso omaggio fatto dal Sig. Brandi ... (non apriamo volutamente una parentesi sulle gran doti di contraffattori dei napoletani... )

Pasta morbida ma non troppo, pomodoro, due foglie di basilico e rigorosamente mozzarella di bufala… Per i più audaci un solo ingrediente è permesso: salsiccia o melanzane o funghi o… un'insolenza imbottirla con più ingredienti!

E dove sono quelle meravigliose e fantasiose pizze che si mangiano in Italia per ogni dove con 25 ingredienti diversi? “Che sono venuto a fare a Napoli ?” , qualcuno potrà chiedersi…

Non sono mai stato a Buenos Aires. Ho preferito sfiancare alcuni fortunati che vi sono stati al loro ritorno: “Che tango si balla lì?! Come si invita una dama? E’ vero che devi fissarla a lungo prima di invitarla? Secondo te, sarei in grado io di stare in milonga?”

E adesso dovrò andare a vedere di persona… infatti se è vero che dopo 3 o 4 brani è buona educazione lasciare la dama, se ad una proposta di gancho lei non risponde, se faccio un paio di vorticose sacadas le donne non ricambiano più alla mia “mirada”, se, al secondo fortuito scontro con l’altra coppia vengo invitato a sedermi, se devo per forza abbracciare stretto e devo pensare a fermare le figure che ho in testa e ballare nello spazio di un centimetro, se non ascolterò mai i Gotan Project in milonga… insomma, che ci vado a fare? A fare la scena del gringo? L’esemplare da prendere in giro per via del mio “Tango para exportacìon” ?

E temo che il problema non sia quello della confusione e dello spazio…smettiamola.

Nelle milonghe europee ormai c’è un enorme quantità di gente… mi chiedo, stiamo tentando in europa, inconsciamente, di creare un'autoctona e nuova cultura del tango? In fondo, il tango fa a buon titolo parte della nostra cultura e, per di più aggiungerei, eccome! Un terzo degli immigrati, un secolo fa, era di nazionalità italiana… guardate i cognomi dei direttori delle orchestre: D’Arienzo, D’Agostino, De Caro, Canaro, Pugliese…tutti terroni, dai! E, comunque, nella capitale nascente erano quasi tutti europei, pochi criolli…

Apprendo, rinfrancato e stupito, che gli argentini diedero già prova di 'provincialismo' quando il tango, esportato e ripulito a Parigi, si diffuse in patria anche tra le classi benestanti.

Ci pensammo noi europei…molto bene.

Ed ora?

Stiamo partecipando inconsapevolmente, ancora una volta, ad una nuova evoluzione? Che pena quei vecchi porteni milongueri! Non si accorgono oggi di come il tango stia cambiando, così come i loro nonni compadritos, ballando l’Orillero, non si accorgevano che a Parigi il tango ascendeva ai salotti bene…

Che casino… esiste un vero tango? Qual'è quello 'vero'? Dalle strade e dalle milonghe è andato sui palcoscenici…e dai palcoscenici torna di nuovo in milonga?

Scopro di maestri di tango che non sono mai stati a Buenos Aires… o di chi, una volta andato “alla fonte” non ha potuto esprimersi come credeva e non v’ ha più fatto ritorno… è veramente “la fonte” Buenos Aires o è solo distesa sul letto del Rìo de La Plata? O forse non esiste nessuna “fonte” e scorre dovunque la vera ispirazione Portena?

Ciascuno balla il tango che vuole e lo interpreta liberamente mi risponderanno i più anarchici…

Deduco, a questo punto, che va pure bene la pizza campagnola con aggiunta di bresaola, gorgonzola e peperoncino…de gustibus.

Non ricordo che sapore avesse la pizza da Brandi. Tre ingredienti. Era buona e basta. Ricordo l’aria che respirai, i camerieri con il loro fare fintamente ossequioso come tradizione partenopea impone. Il golfo, il S.Carlo, via Chiaia, piazza Plebiscito… Gambrinus.

Tango Lezione VIII - Recule en 5



Con la consapevolezza che un video non può sostituire una lezione ma con la voglia di condividere il materiale che si trova sulla rete ecco che nasce una nuova serie di post.
Queste sono delle esclusive lezioni di tango realizzate da due dei più importanti maestri nel mondo, Mora Godoy e Osvaldo Zotto.

In quanti sono???

Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

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