Grazie al grande successo che il tango argentino ha fatto registrare all'inizio del terzo millennio, in Europa e in Italia, moltissimi studiosi, ballerini e non ballerini, hanno cominciato ad approfondirne in lungo ed in largo i vari aspetti tecnici, musicali e culturali. Indagando nel mondo del tango argentino e scavando nei meandri della sua storia (o delle sue storie), si scoprono i mille volti di questo ballo multiforme, affascinante e misterioso, fino a cogliere quelle sfumature stilistiche ed interpretative che, consolidate e/o codificate, danno origine alla formulazione di sub-opzioni coreiche, comunque catalogabili all'interno dell'universo Tango.
Per quel che riguarda il Tango Salon ci possono illuminare alcuni testi non 'scolastici'. Cito ampiamente, alle specifiche voci tango, tango argentino e milonga, Meri Lao (T come Tango, Roma, Elle U Multimedia, 2001) e Elisabetta Muraca (Il Tango. Sentimento e Filosofia di Vita, Milano, Xenia, 2000). Proprio Elisabetta Muraca affida a Lidia Ferrari, all'interno della sua opera (capitolo III), l'incarico di dimostrare come la massima libertà espressiva del tango sia rintracciabile nella milonga.
Secondo Lidia Ferrari, nel tango abbiamo due stili: il milonguero e il fantasia. La struttura del ballo è la stessa, ma cambiano i luoghi del ballo e quindi i modi di viverlo. "La differenza tra gli stili si stabilisce dunque a partire dal desiderio, dall'intenzione, dal luogo in cui si balla e dai codici. Lì, in quel luogo chiamato milonga... non c'è altra possibilità che quella di ballare il tango milonguero. Quello più stretto, dove l'abbraccio tra uomo e donna è più forte. Dove le coreografie preconfezionate non hanno spazio e dove l'emozione dell'incontro può produrre una soddisfazione irripetibile. La situazione nel tango chiamato 'fantasia', quello da esibizione e spettacoli, è completamente diversa. Una coppia già formata, o che si costituisce con l'intenzione di esibirsi, presuppone una previsione, il sapere a priori ciò che si vuole e ciò che si va a fare, la pianificazione e la costruzione di una coreografia da sviluppare di fronte ai potenziali spettatori. In ciò già si avverte una delle differenze più importanti: da una parte l'esecuzione pianificata, dall'altra l'improvvisazione e la spontaneità".
Lidia Ferrari precisa meglio il suo pensiero quando dice che il tango milonguero "si balla solo per il proprio intimo piacere". "La sostanza nel tango milonguero o 'de salòn' è radicata nella possibilità di goderlo nella propria intimità, di crearlo ogni volta che si balla, in quell'istante, per se stessi. Il tango da spettacolo o 'fantasia' è da esibire, per far sì che gli altri godano vedendo uno spettacolo". La Ferrari racconta che in Argentina, fra il 1930 e il 1950, tutto il popolo ballava tango "proprio perchè lo viveva nell'aspetto più popolare, come passione e carne"; ma non erano in molti a ballarlo veramente bene. "Erano pochi i bravi ballerini, quelli cioè che emergevano in quanto si sottoponevano alla struttura della danza, inventandola e ricreandola ogni volta". L'apprendimento del tango non richiede necessariamente l'assimilazione e la produzione di tante figure di ballo. Anche con pochissime figure si può ballare divinamente. Perché quello che conta è lo stile, il modo di muoversi, la tecnica impeccabile. Ciò che conta è "l'abbraccio tra uomo e donna". E' importante la complementarità dei movimenti come somma di due singolarità.
L'atmosfera particolare del tango milonga deriva anche dall'ambiente in cui si balla. "Una coppia potrebbe ballare, eventualmente, da sola a casa sua. Ma ciò non avrebbe l'incantesimo della milonga che presuppone tutta la ritualità dell'habitat naturale del tango e fa sì che l'incontro tra uomo e donna, con il tango come protagonista, si realizzi".
Le regole per ballare in una milonga riguardano:
i codici dell'invito a ballare (un cenno del capo, gli sguardi, l'occhiolino, gli inviti verbali, ecc.);
la capacità di accettare le espressioni degli astanti, che possono essere di approvazione, rifiuto, compiacimento. Anche gli sguardi di sfida e/o di provocazione fanno parte del rituale.
Nel corso dei decenni, c'è stata una importante evoluzione tecnica dei moduli coreici del tango. Chi in Italia frequenta gli ambienti della danza sportiva è abituato a pensare ai diplomi rilasciati dalle Associazioni dei Maestri di ballo. In Argentina, invece, gli studi di tango sono di tipo classico, e spesso sono gestiti dai più importanti e prestigiosi Teatri. Molte figure di danza hanno avuto una consacrazione accademica. Quando si cominciò a ballare il tango, non esistevano giri e figure contro la linea di ballo. Il cavaliere guidava la dama procedendo esclusivamente in avanti. In molte milongas moderne, si vedono ancora coppie che eseguono solo camminate. Lo scopo è quello di mantenere l'armonia con le altre coppie, evitando ogni tipo di contatto.
Oltre allo stile milonguero prima maniera, che vede i partners appoggiarsi l'un l'altro nella parte alta, nelle scuole argentine oggi si balla anche in postura verticale. Questa variazione è stata introdotta per ampliare il ventaglio delle figure e gli spazi della dama. In pratica l'abbraccio permanente cede il posto a momenti di distacco, funzionali alla introduzione di performances ad alto impatto tecnico ed estetico. Nel solco della tradizione, anche il guancia a guancia è stato sviluppato nella duplice versione: facce a contatto sulla stessa guancia e facce a contatto su guance opposte (sinistra-donna, destra-uomo).
Lidia Ferrari ci parla del mondo del tango e dei suoi simboli, dal di dentro. Lei appassionata di milonga, lei attenta a cogliere ed esaltare tutte le sfumature dello spirito milonguero. La guida del cavaliere deve essere sempre attenta: egli deve stringere forte la compagna, la deve sostenere, deve eseguire giri perfetti, deve sapersi muovere nel poco spazio e fra le tante coppie, senza scontrarsi con altri ballerini.
E' fuori discussione che il maschio debba essere bravissimo. Ma, in omaggio a Lidia Ferrari ballerina, voglio evidenziare un concetto che la stessa dedica al ruolo silenzioso e determinante della donna nella storia del tango:
"Tra le donne pioniere di questo ballo ricordiamo la Gaucha Manuela, la Payaso, la Fosforita, la Parda Refucilo, la Parda Flora, Carmen Gòmez, fino alla Rubia Mireya, ritenuta da molti soltanto una leggenda. Furono loro le docili donne che permisero all'uomo di creare e di ricreare i primi passi. Fu grazie alla loro intuizione, nell'indovinare quella leggera pressione che l'uomo imprimeva sul loro corpo, grazie alla loro capacità di consegnarsi nelle braccia del ballerino, che il tango-danza venne alla luce".