martedì, giugno 03, 2008

Milonghe a numero chiuso

Cari Tanghéri,
mi è successa una cosa che come tanghera mi ha intristito e fatto riflettere sul fatto che il tango non è per tutti apertura e incontro.
Vi spiego. Ho contattato l'organizzazione del Siracusa Tango Festival per prenotare delle lezioni. Non ho potuto ahimè prenotarle perchè non ho un compagno e il festival non mette a disposizione dei supporter. Va bene, peccato ma pazienza, mi rifarò ad Agosto a Catania.

La cosa che mi ha intristito però è che mi è stato detto di affrettarmi a prenotare l'ingresso alle milonghe che erano a numero chiuso.
Mi è sembrato di aver letto male, invece era proprio scritto così. Milonghe a numero chiuso... Dovevo pagare un mese prima l'ingresso ad una o più milonghe, che oltretutto hanno un prezzo notevole.

Pensate che io, da tanghera evidentemente troppo ingenua e populista, ero rimasta al concetto di milonga intesa come luogo di incontro con chiunque desideri condividere la passione per il tango. Mi hanno sempre insegnato che la milonga è un luogo libero e aperto a tutti, in cui incontrarsi e confrontarsi, in cui creare liberi scambi e conoscere persone nuove. Ma non consideravo che per altri il tango può essere anche chiusura in nome di pseudo-valori selettivi. La selezione, la chiusura. Brutte parole associate al tango.

La giustificazione che mi è stata data è che per noi avventori questa scelta è sinonimo di serietà da parte degli organizzatori, serietà "che in altri festival manca" e che così si garantirebbe un ambiente più confortevole e più "veritiero" rispetto a quello di una VERA milonga.
Ma una milonga a numero chiuso questo può davvero offrirlo? A Buenos Aires, patria delle milonghe, questa è una prassi diffusa?

Vi prego illuminatemi, perchè io in queste pratiche vedo solo "nero".
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

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