venerdì, agosto 03, 2007

Nuovo Spettacolo "Tango"


01/08/07, Mascalucia
Davvero molto bello, godibile in ogni suo momento, una versione totalmente differente. Tutti molto bravi, soprattutto Roberto e Tamara. Un plauso particolare a Veronica.

Passionale

e adesso silenzio, dedicate 4 minuti a questo stupendo video...

dancers: Carlos Gavito y Maria Plazaola

Alfonsina Storni

Alfonsina Storni Martignoni (Sala Capriasca, Svizzera, 22 maggio 1892 - Mar del Plata, Argentina, 25 ottobre 1938) fu una poetessa argentina, esponente del postmodernismo, giornalista con lo pseudonimo di Tao Lao, morta suicida in mare, davanti alla spiaggia "La Perla".

Figlia di un industriale della birra, Alfonsina nacque nel Canton Ticino, il Cantone italiano della Svizzera, e apprese dai genitori la lingua italiana prima di trasferirsi con la famiglia in Argentina, all'età di quattro anni.

I genitori si stabilirono a Rosario dove aprirono una trattoria ma l'andamento incerto degli affari costrinse Alfonsina a lavorare fin da giovanissima come lavapiatti, cameriera, cucitrice e operaia. A proposito del suo nome di battesimo e della sua vita disse anni dopo all'amico Fermìn Estrella Gutiérrez: "Mi chiamarono Alfonsina che significa disposta a tutto".

Nel 1907 si aggregò come attrice alla compagnia di teatro diretta da Manuel Cordero che si esibiva in tutto il paese. Prese parte così alla rappresentazione di opere di Henrik Ibsen, Benito Pérez Galdós, Florencio Sánchez. Questa esperienza le fece conoscere le principali opere del teatro classico e contemporaneo.

Dopo il nuovo matrimonio della madre, che si stabilì a Bustinza, Alfonsina si dedicò all'attività di maestra rurale a Coronda, dove conseguì il diploma e ottenne un posto da insegnante; contemporaneamente iniziò la collaborazione con alcune riviste letterarie, "Mundo Rosarino", "Monos y Monadas" e, successivamente, anche con la più nota "Mundo argentino", la prestigiosa rivista che pubblicava i versi del messicano Amado Nervo e del nicaraguense Ruben Darìo. Proprio su questi periodici Alfonsina Storni pubblicò le sue prime poesie.

Nel 1911, pur tra numerose difficoltà economiche, decise di trasferirsi a Buenos Aires dove l'anno successivo, nel 1912, mise al mondo il figlio Alessandro, senza essere sposata e senza rivelare il nome del padre naturale del bambino. La condizione di ragazza-madre, il desiderio di proteggere l'intimità dei propri affetti, la necessità di affrontare da sola i problemi della vita, determinarono in lei un atteggiamento di aperta sfida e contrapposzione ai pregiudizi sociali e alla morale vigente. Indicativi di quello stato d'animo che la accompagnò poi per tutta la vita, possono essere i versi seguenti:

« ¿Quien es el que amo? No lo sabréis jamás. Me miraréis a los ojos para descubrirlo y no veréis más que el fulgor del éxtasis. Yo lo encerraré para que nunca immagnéis quién es dentro de mi corazón, y lo meceré allí, silenciosamente, hora a hora, día a día, año a año. Os daré mis cantos, pero no os daré su nombre. El vive en mí como un muerto en su sepulcro, todo mío, lejos de la curiosidad, de la indiferencia y la maldad. »

(Chi é colui che amo? Non lo saprete mai. Mi / scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete / mai che il fulgore dell'estasi. Io lo imprigionerò / perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il / mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora / dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno. / Vi darò i miei canti, ma non il suo nome. Lui / vive in me come un morto nella sua tomba, tutto / mio, lontano dalla curiosità, dall'indifferenza, / dalla malvagità.)

El ensueño - Il sogno, dai Poemas de Amor, Buenos Aires, 1926, traduzione di Alessandro Prusso


In questo periodo iniziò a collaborare alla rivista letteraria "Caras y Caretas" (Volti e maschere). La sua prima raccolta di poesie in volume (La inquietud del rosal) apparve nel 1916. Il suo secondo volume, El dulce daño, del 1918, fu presentato pubblicamente dagli amici poeti Roberto Giusti e José Ingenieros. A partire dal 1920 iniziarono le sue visite a Montevideo dove, nel 1922, conobbe il poeta uruguayano Horacio Quiroga con il quale stabilì una amicizia profonda e duratura che la accompagnò fino alla morte. Con il volume Languidez, uscito proprio nel 1920, ottenne i primi importanti riconoscimenti a livello nazionale.

Nel 1923 assunse l'incarico di insegnante di letteratura presso la Escuela Normal de Lenguas Vivas. Nello stesso periodo fu parte attiva nella organizzazione delle biblioteche popolari socialiste di Buenos Aires e lavorò come giornalista sotto lo pseudonimo di Tao Lao.

Il successo di pubblico e l'attenzione dei colleghi scrittori come anche della critica internazionale, provocarono in lei un crescente disagio interiore che sfociò in una forma di nevrosi sempre più radicata. Fu così che lasciò l'insegnamento e si dedicò ai viaggi. Negli anni Trenta si recò in Europa dove entrò in contatto con numerosi intellettuali. Questa esperienza europea ebbe grande importanza per l'evoluzione del suo stile poetico. Studiò e conobbe Borges, Pirandello, Marinetti e Garcia Lorca.

Come un terribile presagio, nella sua poesia si affiancarono sempre, fino a confondersi tra loro, i temi del mare e della morte: Frente al mar (1919), Un cementerio que mira al mar (1920), Alta mar (1934). Nel 1935 si manfestarono i sintomi di un tumore che la costrinse a sottoporsi a un difficile intervento chirurgico. Dopo un apparente miglioramento il male si ripresentò in tutta la sua aggressività e la fragile personalità di Alfonsina reagì con la scelta di un suicidio freddamente programmato e messo in atto quasi come in una scena teatrale.



Molti i racconti sulle sue ultime ore di vita: si dice che Alfonsina, giunta in solitudine in un piccolo albergo di Mar de la Plata, abbia composto la poesia "Voy a Dormir", che effettivamente inviò al giornale "La Nacion" e il giorno successivo si uccise entrando in mare e dirigendosi verso il largo, fino a quando le onde non la sommersero.

Riportiamo qui le parole scritte da Franca Cleis su "Leggere Donna" del 2002, parole che ben sintetizzano il senso della vita e dell'opera della Storni:

"Alfonsina è stata una donna del popolo, una maestra ragazza-madre, una socialista, è diventata una star della poesia latino-americana, nota anche in Europa dove ha tenuto conferenze, tradotta in francese e in italiano, una donna pubblica, una femminista che si è battuta per i diritti delle donne, una donna ultramoderna (così amava definirsi lei, che ha scelto di vivere senza balaustra e di morire nel mare)".

Il tragico suicidio della poetessa ispirò la canzone Alfonsina y el mar di Ariel Ramírez e Félix Luna, che fu interpretata da numerosi musicisti e cantanti di lingua spagnola tra i quali Mercedes Sosa, Nana Mouskouri e Miguel Bosé.
Tratto Da Wikipedia
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

Ultime inserzioni