sabato, luglio 21, 2007

Cartolina dall'Olanda

Ciao ragazzi/e siamo sui 40° ma non perdiamo la voglia di ballare vero? Per rinfrancarvi e rinfrescarvi vi faccio vedere una foto scovata su internet. Sicuramente un fan... che dichiara senza mezzi termini il suo amore per il blog.

Balada para un loco - Corina Piatti


La argentina Corina Piatti acompañada al piano interpreta "BALADA PARA UN LOCO"
Testo: Horacio Ferrer
Musica: Astor Piazzolla

Las tardecitas de Buenos Aires tienen ese qué sé yo, ¿viste? Salís de tu casa, por Arenales. Lo de siempre: en la calle y en vos. . . Cuando, de repente, de atrás de un árbol, me aparezco yo. Mezcla rara de penúltimo linyera y de primer polizonte en el viaje a Venus: medio melón en la cabeza, las rayas de la camisa pintadas en la piel, dos medias suelas clavadas en los pies, y una banderita de taxi libre levantada en cada mano. ¡Te reís!... Pero sólo vos me ves: porque los maniquíes me guiñan; los semáforos me dan tres luces celestes, y las naranjas del frutero de la esquina me tiran azahares. ¡Vení!, que así, medio bailando y medio volando, me saco el melón para saludarte, te regalo una banderita, y te digo...

(Cantado)
Ya sé que estoy piantao, piantao,
piantao...
No ves que va la luna rodando por
Callao;
que un corso de astronautas y niños,
con un vals,
me baila alrededor... ¡Bailá! ¡Vení!
¡Volá!
Ya sé que estoy piantao, piantao,
piantao...
Yo miro a Buenos Aires del nido de
un gorrión;
y a vos te vi tan triste... ¡Vení! ¡Volá!
¡Sentí!...
el loco berretín que tengo para vos:
¡Loco! ¡Loco! ¡Loco!
Cuando anochezca en tu porteña
soledad,
por la ribera de tu sábana vendré
con un poema y un trombón
a desvelarte el corazón.
¡Loco! ¡Loco! ¡Loco!
Como un acróbata demente saltaré,
sobre el abismo de tu escote hasta
sentir
que enloquecí tu corazón de libertad...
¡Ya vas a ver!

(Recitado)
Salgamos a volar, querida mía;
subite a mi ilusión super-sport,
y vamos a correr por las cornisas
¡con una golondrina en el motor!
De Vieytes nos aplauden: “¡Viva!
¡Viva!”,
los locos que inventaron el Amor;
y un ángel y un soldado y una
niña
nos dan un valsecito bailador.
Nos sale a saludar la gente
linda...
Y loco, pero tuyo, ¡qué sé yo!:
provoco campanarios con la risa,
y al fin, te miro, y canto a media
voz:

(Cantado)
Quereme así, piantao, piantao,
piantao...
Trepate a esta ternura de locos
que hay en mí,
ponete esta peluca de alondras,
¡y volá!
¡Volá conmigo ya! ¡Vení, volá,
vení!
Quereme así, piantao, piantao,
piantao...
Abrite los amores que vamos a
intentar
la mágica locura total de revivir...
¡Vení, volá, vení! ¡Trai-lai-lalarará!

(Gritado)
¡Viva! ¡Viva! ¡Viva!
Loca ella y loco yo...
¡Locos! ¡Locos! ¡Locos!
¡Loca ella y loco yo

Traduzione in prosa con commento
di Franco Finocchiaro tratto da Tangomagazine n.4

Accolta nel 1969 con le bordate di fischi organizzate dai tanti detrattori che Piazzolla aveva in patria, la “Balada para un loco” è in seguito divenuta un successo internazionale e in assoluto la composizione più famosa della coppia Piazzolla - Ferrer. Il brano è in forma di dialogo, diviso in un recitato, in cui parla una donna, e in una parte cantata interpretata dal “loco”, il pazzo che con la sua energia creativa fa breccia nella grigia quotidianità dell’interlocutrice, svelandole
un mondo variopinto dove le gerarchie stabilite della realtà dei “normali” sono abbattute con lo sguardo innocente della poesia. La donna esce di casa e cammina per la sua solita strada in una di quelle seratine che a Buenos Aires hanno un certo non so che, ma non può trovare che la tristezza in cui versa la sua vita… quando all’improvviso, da dietro un albero, appare lui. Un miscuglio strano di penultimo barbone e di primo clandestino nel viaggio verso Venere, ha mezzo melone sulla testa, le righe della camicia dipinte sulla pelle, due mezze suole inchiodate ai piedi e, alzata in ogni mano, una bandierina di taxi libero. Sembra che solo la donna lo veda perché lui passa tra la gente e i manichini gli fanno l’occhiolino, mentre i semafori gli danno tre luci celesti e le arance del fruttivendolo all’angolo di strada gli lanciano fiori d’arancio…e così, un po’ ballando un po’ volando, si toglie il melone, la saluta, le regala una bandierina e dice: “io so che sono pazzo…! Non vedi che la luna va rotolando per la strada e un corteo di astronauti e di bambini mi ballano un valzer intorno?... balla!...vieni!...vola! lo so che sono pazzo…! Guardo Buenos Aires dal nido di un passerotto e a te, che ho visto così triste, porto la mia folle fantasia…Pazzo…! Quando scenderà l’imbrunire sulla tua solitudine, lungo il bordo del lenzuolo io verrò con un poema e un trombone per svegliarti il cuore. Pazzo…! Come un acrobata demente salterò sopra l’abisso della tua scollatura fino a sentire che ho fatto impazzire il tuo cuore di libertà…vedrai!”
A questo punto il pazzo invita la donna a volare, a salire sulla sua illusione supersport per andare a correre fra i cornicioni con una rondine nel motore…Dal manicomio, Vieytes, i pazzi applaudono… viva…viva! I pazzi che inventarono l’amore; e un angelo, un soldato e una bimba offrono ai due un valzerino da ballare… esce a salutarli la gente bella e il pazzo provoca scampanii con la sua risata e alla fine rivolge uno sguardo alla compagna e canta a mezzavoce: “Amami così, pazzo…! Arrampicati a questa tenerezza di pazzo che c’è in me, mettiti questa parrucca di allodole e vola, vola insieme a me; apriti agli amori, così potremo andare a tentare la magica follia di rivivere…viva…viva! Pazzi tutti e due! Pazzo io e Pazza tu!!
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

Ultime inserzioni