martedì, luglio 03, 2007

ConTatto Tango / Tango contact

Quando iniziai il tango, ricordo, la difficoltà maggiore che incontrai consistette nell’abbracciare la donna con cui prendevo lezione. Il mio insegnante diceva come dovevamo impostarlo (l’abbraccio) ma, come avere l’ardire di prendere una perfetta sconosciuta e avvinghiarla al mio corpo? Senza considerare il fatto che lo stesso imbarazzo lo avvertivo dall’altra parte!

Il tango, lo sappiamo benissimo, distrugge le distanze che la società impone ai due sessi. Offre a molti l’opportunità di superare la propria timidezza senza risultare invadenti o scortesi. Un’ ottima terapia sociale lo definirei.

In relazione a questo ritrovato contatto fisico tra due corpi, il più delle volte estranei, tante volte mi sono ritrovato a discutere intorno al rapporto comunicativo tra l’uomo e la donna, dello scambio di emozioni e sensazioni che comporta e si è immediatamente fatto riferimento al sesso.

Credo che, però, le sensazioni che possano scaturire siano spesso opposte.

Quante di voi donne, ad esempio, non si sono trovate tra le braccia delle cosiddette “piovre tentacolari”? Uomini che approfittano del contatto ravvicinato che il tango gli offre per strusciarsi, e farsi strusciare. Così come vi sarete sicuramente ritrovate avvolte da un abbraccio sicuro e deciso, coinvolgente, capace di farvi sentire il battito del cuore del vostro partner, mandando in risonanza il vostro.

E a noi uomini, quante volte è capitato di rimanere inebriati nell’avvertire i profumi che la dama con cui balliamo produce, di sentirci mancare il respiro nel sentire la sua caviglia sfiorarci gentilmente, o esaltarvi nel sentire avvinghiare la gamba di lei alla nostra?

Quale stadio del nostro "io" viene più colpito? Il contatto tra due corpi tra loro sconosciuti provoca per tutti, uomini e donne, gli stessi effetti?

Luogo comune credo che attribuisca agli uomini un coinvolgimento più fisico che mentale, viceversa nelle donne.

Per quel che mi riguarda non faccio fatica a dire che il coinvolgimento è sia fisico che mentale. Non con tutte naturalmente, ma quando capita è stupendo!!!

Mi sono sempre chiesto se questi pensieri fossero solo miei o se condivisi.

Sarebbe interessante indagare su questi ambiti, magari con commenti anonimi, se non si vuole esporsi in prima persona…

A voi la parola dunque e, mi raccomando, non scadiamo nella volgarità… Lo stile tanghero si evince anche così!!!

---------------------------- English version ------------------------------

When I started dancing Tango, I remember, the greater difficulty that I met was in embracing woman which was my dance partner in class. My teacher told us how we to get it (embrace) but, how to dare to take a perfect stranger and clutch her to my body? Not considering the fact that I was feeling the same embarrassment also from her other side.

Tango, we know very well, destroyes distances that society is imposing on the two genders. It offers opportunity to many people to go over the own shyness without appearing intrusive or unkind. A very good social therapy, I should define it.

Regarding this rediscovered physical contact between two bodies, most of times strangers one to each other, I was discussing so many times about the communicative relationship between man and woman, the
exchange of emotions and feelings that it produces, and a reference to sex was immediately made.

By the way, I think that feelings coming up are often opposite.

How many of you, women, as example, have been standing in the arms of so-called “tentacular men”? Men who take advantage of Tango close contact to scratch their body aganist you and be scratched in return.
You have also been of course holded in a safe and firm embrace, engaging, able to trasmit your partner’s heartbeat to you, creating a resonance with your body.

H
ow many times did it happend to become inebriate in sensing the scents of the lady we are dancing with, to feel our breath taken away in perceiving her ankle kindly touching us or to get excited for sensing her leg clutching ours?

Which level of our ego is more hit? Contact between two bodies, strangers one to each other, produces for all of us, men and women, the same effects?
Commonplace, I guess, ascribes to men a more phisical than mental envolvement and the opposite to women.

Regarding to me, I have not difficulties in saying that envolvement is both phisical and mental. Normally not with every woman, but when it happends it is wonderful!!!

I was always asking me if these thoughts were only mine or shared.
It would be interesting to investigate about these matters, even with anounymous comments, if you don’t want to expose your own identity...

Then, let’s talk about and, please, don’t decline to vulgarity...the “tanguero style” can be also expressed in this way!!!


Thanks to Giannicola

Orlando Paiva Jr. y Laura Tate


Orlando Paiva Jr. & Laura Tate perform Argentine Tango in memory of Orlando Paiva Sr. at the International Tango Day Festival, Los Angeles 2006

Innamoratango - di Monica Nucera Mantelli

Per una psicologia del transfert tanguero, La macchina infernale del desiderio

Ed eccoci finalmente davanti all’emozionante vagabondaggio di una fantasia ben decisa a rifiutare la frustrazione quotidiana dell’homo sapiens. Il transfert amoroso nel tango. Processo psichico per cui il paziente (tanguero/a emergente) trasferisce sul terapeuta (tanguero/a navigato/a) atteggiamenti affettivi prima rivolti verso altre persone. La sfortuna è che normalmente è un amore non corrisposto.
L’uomo, come scriveva Jung è essenzialmente “un sistema innato di preferenze e rifiuti” e il cuore, “macchina che predilige e disprezza, è il supporto della nostra personalità”. Ma anche della nostra sfiga.
L’amore in pista da ballo è una creatura indomita che nasce gradualmente ma inesorabilmente tra un cortado e un tango nuevo. Ci innamoriamo inconsapevolmente, incrociando i piedi sul parquet. Tra un gancio e un panino. E magari non avevamo neanche fame. Non ci invaghiamo di uno/a particolarmente bello/a, colto/a e magari ricco/a. No. Ci innamoriamo di chi ci fa ballare bene il tango. Di chi ci fa vivere quell’istanza, quella precisa emozione sottesa tra petto e ventre che trasforma tutto in romantica magia d’appartenenza, d’abbraccio, di condivisione.
Tra una stilla di sudore e una lacrima di commozione. In una sorta di rituale pari alle nozze mistiche. Come se si fosse coinvolti febbrilmente in una danza tribale di unificazione totale. Tutto per colpa di ‘sto benedetto tango.
E prima di essercene resi conto siamo già fusi come sole e luna, musicalmente e ritmicamente, con la nostra lei, con il nostro lui preferito. Agganciati a colui o colei che ci fa godere forsennatamente sulle composizioni di Di Sarli, Pugliese, Piazzolla. In preda ad un’emozione sconquassante che ci aggroviglia lo stomaco come ragazzini adolescenti. E magari tentiamo pure di darci un contegno, di non far trapelare il nostro bisogno spasmodico di ritrovare quel corpo, quel ritmo, quel tango. Ma continuiamo a cercarlo. A tornarci. A sperare che ci sia. In una elegante sala liberty, su un ciottolato metropolitano, in un palazzetto dello sport, dentro un capannone. A casa di amici compiacenti e ignari. E godiamo, sublimiamo, fantastichiamo su un ipotetico futuro che ci fa volare oltre la nebbia scombinata della cortina milonguera. Tra due sguardi che non si toccano, ma che si sentono. Nel desiderio assoluto del tango.
Continua a leggere su TangoMagazine
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

Ultime inserzioni