Siete d'accordo con l'autore? Strano il pezzo sul maestro di tango...
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di CONCITA DE GREGORIO
Diceva un grande maestro di tango, a Buenos Aires, durante una lezione collettiva a ballerini provetti arrivati da tutto il mondo ad ascoltarlo: "Immaginate di essere in un film: quando passate da una scena di tango a una di sesso lo spettatore deve avvertire un netto calo di tensione erotica". Era un uomo piccolo di statura e sovrappeso, un uomo brutto a vederlo seduto al tavolino di un bar. Diventava irresistibile nel ballo, desiderabile e magnetico come la nostalgia. Fermava il passo e diceva con improvvisa freddezza quella faccenda del tango e del sesso come fosse una semplice notazione
tecnica In effetti lo è. La parola chiave è tensione. Questo il segreto dell'erotismo e della danza. Mostrateci, ballerini, il luogo verso il quale siete incamminati senza farcelo vedere mai. Lasciatecelo indovinare, che ciascuno degli spettatori possa immaginarne l'esito secondo il suo privato e segreto desiderio: che sia un rifiuto, persino, se questo è ciò che appaga il bisogno di chi guarda. Uno schiaffo, uno sgarbo oppure un bacio e solo quello, una carezza e niente più. Un congedo di sguardi o una fusione liquida di corpi, certo, ma qui, quando si arriva, il tempo del cammino è già finito. Il dopo è il meno. Il dopo è la fine del viaggio la cui bellezza - come in quel tango - è solo una promessa. Tensione verso, desiderio di. Itaca, diceva il poeta, non è la meta: è il cammino per raggiungerla. L'erotismo, scrivono i dizionari, si distingue dalla pornografia per la "presenza di un vissuto emotivo": l'attesa, si potrebbe anche dire. >> Segue
