martedì, novembre 06, 2007

Matto_nella milonga

Cari i miei nottambuli, amanti delle evoluzioni tanghere, cullo la speranza di farvi abbozzare un sorriso, mostrandovi codesto tango della mattonella. Teoricamente possibile in milonga affollata, tranne per hombres che guidano ad occhi chiusi nella notte e partecipanti a pigiama party.
Molti riconosceranno il video, per tutti gli altri, "da vedere".
So long.

Ney Melo & Jennifer Bratt "La Bruja"


Eduardo Cappussi e Mariana Flores


Tango&mimo. Non è un matrimonio fatto ad arte, come ennesima variazione acchiappapubblico.
Neppure una trovata per ammodernare con orpelli e virtuosismi quella danza che ha più di un secolo di storia, ormai, e che i nuovi maestri affrontano in chiave sempre più astratta e levigata o, comunque, inventiva.

Al contrario, c’è la voglia di guardare indietro, all’archeologia di quel ballo nato a Buenos Aires, in bettole poco raccomandabili, dove a fare coppia su piste improvvisate erano quasi esclusivamente maschi, immigrati in cerca di fortuna, che non avevano con sè mogli o fidanzate e mimavano tra loro quel rito in musica ad alto potenziale seduttivo. Sono proprio quelle «origini sporche e contaminate» a ispirare il lavoro di Eduardo Cappussi e Mariana Flores: un mix di ballo e teatralità che li resi protagonisti applauditi e premiatissimi sui palcoscenici internazionali. La coppia sarà a Torino per una tre giorni che include esibizioni e workshop: il tutto fino a domenica, a Maison Musique di Rivoli, il tempio dei tangueri. Che, è noto, sotto la mole si contano in gran numero. «Quello del tango è un fenomeno che a Torino ha attecchito benissimo. In città sono nate le prime milonghe italiane e, a oggi, non si registra alcuna flessione, anzi», sostiene, cifre alla mano, Davide Valfrè di Maison Musique, dove nell’aerea ristorante viene servito persino un «menù tango». «La nostra grande pista, ogni venerdì si affolla letteralmente: 250, 300 persone, che ballano seguendo il percorso musicale del dj. Ma quando proponiamo gli appuntamenti live con gli artisti, arriva anche più pubblico».
Cappussi e Flores i pomeriggi di sabato e domenica guideranno gli allievi di livello intermedio e avanzato fra i virtuosisimi del tango e la suggestione di un’espressività di marca teatrale. Non solo «ganci» e «bolei», al suono triste del bandoneon: piuttosto, uno spettacolo vero e proprio, tra citazioni d’epoca e sberleffi, satira e clownerie, travestimenti in stile Belle Epoque e un truccone esasperato che trasforma i ballerini in maschere surreali, a proprio agio tra gli stereotipi e la retorica, la caricatura ironica ma pure la poesia del tango.

Così lo vivono, il «pensiero triste che si balla», gli argentini Flores e Cappussi, in sintonia con la loro formazione. Cappussi ha un curriculum stracolmo di premi e riconoscimenti, ma anche di esperienze multidisciplinari, che sono gli step di un percorso verso uno stile personale e inconsueto. La Flores ha mosso i primi passi di danza come ballerina classica, per poi studiare anche recitazione, mimo, canto: un apprendistato che l’ha portata anche a calcare spesso il palcoscenico come attrice. Dopo Capussi e Flores, Maison Musique ospiterà l’Orquestra Tipica di Alfredo Marcucci (16 novembre), l’Ensemble Carla Pugliese, dall’Argentina (il 30 novembre) e da Buenos Aires, Miguel Angel Barcos (il 14 dicembre).

SILVIA FRANCIA
TORINO

Articolo tratto da "La Stampa" di Torino
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

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