venerdì, giugno 29, 2007

Bs.As. – Riaperto il "Café de los Angelitos"

La tanto attesa riapertura del "Café de los Angelitos" è arrivata ed è motivo di orgoglio del quartiere Balvanera e di tutta Buenos Aires.
Resterà aperto 24/24 ore con diverse proposte rivolte al pubblico dei turisti e che includono una cena show.

Lo aveva fondato nel 1890 con il nome di Bar Rivadavia un italiano Batista Fazio.
Inizialmente fu definito “malandras y caferatas” che in lunfardo corrisponde più o meno a gente malvivente.
Il commissario del quartiere di Balvanera definì i malviventi come “verdaderos angelitos senza sapere che stava battezzando il nome di uno dei più famosi cafè di Buenos Aires.
Quando nel 1919 lo acquistò don Angel Salgueiro già l’esquina era stata resa famosa dalla presenza di Gabino, Higinio Cazón, José Betinotti, José Razzano, Carlos Gardel, Roberto Cassaux, Florencio Parravicini ed i primi uomini del socialismo argentino che avevano la loro “Casa del Pueblo” a 50 metri da calle Rivadavia.



“Cafè de los Angelitos” è una canzone di tango che risale al lontano 1945, proprio alla metà del decennio magico degli ani ’40, quando il tango raggiunse i suoi apici inarrivabili.
Questa canzone di Libertad Lamarque ci offre alcuni momenti indimenticabili di una stagione tragica della storia europea ma magica ed irripetibile di quella del tango.
info

Blaz & Andrea prefoming on 3rd Belgrade Tango Festival


MUSIC
Artist:Gotan Project
Song:Confianza
Album: Ispiracion Espiracion

IL SENSO ANTIORARIO DELLE COSE

Leggo da un po’ di tempo su giornali, siti internet et simili, di come il tango, inteso come ballo sociale faccia bene al cuore, allo spirito e alla mente.
Sono note a tutti gli specialisti medici le proprietà benefiche del ritmo argentino. Molti, giovani e adulti, si avvicinano a questo ballo ritenuto da molti sensuale. Questo è bene.
Il calcio lascia spazio al ballo, leggevo poco tempo addietro. Anche questo è bene.
Anche se da passionale, si potrebbero trovare similitudini tra campioni di calcio e tangheri.
Naturalmente parlo di mostri sacri. Movenze feline. Maradona, Platinì, Zidane, Baggio, Van
Basten, ecc.
A chi non capita di entrare in milonga e uscirne dopo quattro ore stanco ma ringiovanito.
A chi non capita di vedere in milonga arzilli vecchietti, piegati nel fisico ma con una resistenza insospettabile.
Ballare per ore e ore, niente di più appagante.
Lasciarsi trasportare dalla musica, dalla milonga, dagli altri tangheri che girano, in un continuo turbinio di tacchi e polpacci, di stoffe e pieghe… ops sto divagando, scusate.
Forse perché ballando fermiamo il tempo. Anzi di più, perché andando in senso antiorario, in milonga, il tempo, non solo lo fermiamo ma come moderni viaggiatori del tempo abbiamo le chiavi della nostra macchina… (n.d.r. “non prendetemi sul serio“).
Métempsycose Isabel Camps Laredo Montoneri Gianluca Leone MicMac Giannicola Manuela Anania Sergio La Pigna

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