3/4/2007 Lunedi'
Ieri giornata dedicata alla visita della quartiere San Telmo.
Per raggiungerlo abbiamo voluto provare a prendere la metro o meglio il "subte", come direbbero qui. Pazzesco..... i vagoni erano di legno, quasi come quelli della circumetnea di tempi andati. L'aria condizionata? Finestrini spalancati che lasciavano entrare polveri e vapori faticosamente respirabili. Era popolata da ogni tipo di gente, giovani, belle e distinte signore e Indio che insieme a tutto quel retroscena di legno vissuto e scolpito con scritte e disegni, restituiva quella che nella nostra mente e' l'immagine piu' tipica dell'Argentina.
Uscendo dalla metropolitana, fermata Plaza de Mayo, facilmente riconosciamo l'edificio davanti a noi: e' la Casa Rosada inconfondibile proprio per il suo colore ed e' impossibile non pensare
ad Eva Peron che, negli anni 40, si affacciava alla finestra per parlare alla sua gente.
Lasciata alle spalle la Casa Rosada percorriamo un lungo tratto a piedi. Attraversiamo una strada larghissima piena di banche e come sempre di inferriate. La strada di domenica e' poco frequentata ed io ho un po' paura....
Finalmente arriviamo a San Telmo e lì... la citta' brulica di gente, di artigiani che espongono la propria merce ideata, elaborata e realizzata per essere "la più originale","la più attraente".
Ma.... quanta roba, troppa roba!!!!
C'e' da confondersi così..... decido di non comprare nulla.
Pian piano vanno organizzandosi solitari o a gruppi, degli artisti di strada, che propongono piccole performances per racimolare qualche pesos. Naturalmente la musica di tango la fa da padrone in tutti i sensi!! C'è l'uomo che balla il tango con la bambola di pezza attaccata ai propri piedi riscuotendo risate e compensi e chi suona da solo le note di "Malena", c'è chi e' più organizzato e' appronta una vera e propria orchestra con tanto di pianoforte, violini e bandoneon e suona le musiche di tango a noi familiari con una certa maestria, proponendo poi l'acquisto del CD con le musiche ascoltate. Ma c'è anche il nonnetto sorridente affacciato al balcone di casa, al primo piano, che richiama l'attenzione esibendo il suo pappagallo parlante. Non e' in cerca di pesos lui, ma solo di un po' considerazione, del saluto da parte di un bambino che indicando il pappagallo gli sorride. Via via le strade si riempiono sempre piu' di turisti e spettacolini tanto che le note musicali si sovrappongono spostandosi di pochi metri.
Verso le cinque del pomeriggio le strade sembrano fiumi in piena e, tutto diventa parte di un unico grande spettacolo: lo spettacolo " Buenos Aires"
Salvina e Matteo
Che bella descrizione Salvina! E ottima scelta (parlando di tango) quella della milonga "El Beso"... ma VOGLIO il resoconto anche del Sunderland e di una qualsiasi milonga in zona VIlla Urquiza !
RispondiEliminaBuon divertimento!
Ma se già Salvina è considerata un "mostro sacro" delle milonghe catanesi,cosa possiam aspettarci al suo rientro dalla terra del Tango? Dove dopo tante lezione ha sicuramente assaporato anche l'aria,il rispetto e l'amore argentino per il tango!!!????booooooo!!!
RispondiEliminaSo solo che Sto sognando giorno dopo giorno con i vostri racconti!.Sembra di stare per qualche minuto lì...tra le vie di Buenos Aires insieme a voi!.Descrizioni perfette e meravigliose da far commuovere anche chi non è tangherà come mia sorella e da concorrenza a i miglior scrittori!! Invece l'unica cosa che mi resta subito dopo e tanta voglia di raggiungervi con il teletrasporto in pochi secondi tuffandomi nel monitor del pc!!.Miiiiiiii.....
Voglia di tango..voglia di Buenos Aires!!!
Baci e buon tango
Giò
P.s. Non vedo l'ora che tornate in modo che:
1) finisco questa blog-dipendenza che mi tiene incollato al monitor più volte al giorno!!!
2)per potervi riabracciare e scopiazzare passi direttamente da Buenos Aires
3)per poter calzare le mie nuove leggerissime scarpette di camoscio e bufalina nere!!!
Ciaooooo!!!