martedì, giugno 19, 2007

Lessico musicale: istruzioni per un corretto uso...

In riferimento ai post di Scarlett e Tangoinomane... e ai successivi commenti...

Vorrei spendere due parole per chiarire la confusione che, a mio avviso, genera la terminologia musicale che è stata utilizzata negli interventi precedenti... in quanto non credo sia possibile argomentare determinati concetti, quando non si abbia la piena conoscenza della natura dei concetti stessi... Mi spiego meglio... dato che la lingua italiana ha una grande varietà lessicale e semantica, non credo proprio che siano stati coniati inutilmente termini quali forte- piano, lento-veloce e soprattutto TEMPO-RITMO ed ESECUZIONE-INTERPRETAZIONE... Purtroppo, capita sovente che chi non è addetto ai lavori, (ma ciò non vuole assolutamente essere un'accusa perché sorrido di fronte ad un possibile 'tuttologo', a chi si crede di essere onniscente), utilizzi alcuni dei termini sopra citati come sinonimi... cosa alquanto fuorviante per non dire errata!

Quindi, il mio intento è soltanto quello di fornire, per quanto sia possibile, un linguaggio comune, in maniera tale da riuscire a comprendere e usare tutti la stessa lingua, quando siamo chiamati a confrontarci su determinati argomenti!!!

Ad es. quelli, ahimè, più inflazionati risultano essere proprio tempo e ritmo...ed esecuzione-interpretazione...
Riporto fedelmente le definizioni che compaiono nell'Enciclopedia della Musica della Garzanti per evitare qualsiasi polemica inutile...

Tempo = movimento o andamento più o meno rapido a cui attenersi nell'esecuzione di un brano musicale osservando, se ci sono, le didascalie dell'autore [...]
Ritmo = dimensione della musica attinente l'organizzazione della durata del suono (volgarmente la combinazione delle figure ritmiche all'interno della battuta musicale – queste sono parole mie-)

Quello di cui si parla nel post e nei commenti che seguono non è né il tempo né il ritmo... si chiama invece PULSAZIONE, cioè la cosiddetta 'cadentia' a cui tutti noi siamo stati abituati... quattro pulsazioni per il tango ... tre per il vals (anche se sarebbe meglio parlare di una pulsazione, ma l'argomento andrebbe troppo per il sottile) e infine due pulsazioni per la milonga...
Quindi rispettare la pulsazione di un brano (e non il tempo o il ritmo) è ovviamente l'ABC, ma di certo non significa andare a tempo né tanto meno interpretare il brano musicale o dare forma fisica alle note del pentagramma... significa semplicemente rispettare il 'battito' della musica... niente di più... anche se per alcuni è a dir poco un'impresa titanica!?!
Quante volte siamo costrette, povere noi, a sopportare pazientemente alcuni maschietti che sembrano aver fatto a pugni con la pulsazione e credono che avvilupparsi in figure arzigogolate sia l'unica cosa 'buona e giusta' da fare... Credo infatti che, al di là di una dote di natura nell'avere una predisposizione ritmica, molto possa essere conquistato con la pratica e l'esercizio... se già alcuni di questi hanno difficoltà a percepire la pulsazione in quei brani dove la scansione è chiarissima, come si cimentano a ballare quei pezzi in cui la 'marcetta' non è più così evidente? Mi astengo dal commentare...



Altro nodo ... una battuta musicale, nel tango, è formata dalle famose quattro pulsazioni...dire che è possibile compiere passi su tutte le battute musicali, come solo su alcune, purtroppo non significa nulla...in quanto si può sottolineare la frase musicale con un momento di stasi nel movimento o meglio con l'assenza di figure o strutture, che dia magari maggior spazio a qualche adornos della donna... Io, sebbene frequenti da pochissimo le milonghe, non ho mai visto una coppia che di punto in bianco si pianta mi mezzo alla pista e fa scorrere le battute musicali 'tout court'...oltretutto fare i cosiddetti controtempi... non significa di certo cozzare col tempo o meglio essere fuori tempo o fuori pulsazione... significa, invece, esaltare una parte della pulsazione, cioè l'istante che lo precede... che in termine tecnico si chiama 'levare'... Ma tutto ciò deve o dovrebbe avvenire nel massimo rispetto della pulsazione...così come è stato ben chiarito da chi mi ha preceduto!

Altra parentesi da aprire, credo sia necessaria sulla differenza che corre tra esecuzione ed interpretazione... Vi chiedo... andando, ad es., ad un concerto apprezzate di più chi esegue tutto alla perfezione, rispettando tempo, ritmo, dinamiche e quant'altro... oppure chi sbaglia qualche nota ma suscita in voi quell'impatto emotivo che non riuscite a spiegare a parole?
Io di certo, così come molti di voi, propendo assolutamente per la seconda opzione e scelgo, di conseguenza, colui che interpreta a colui che semplicemente esegue e che realizza fisicamente una partitura in ogni suo minimo dettaglio senza trasmettermi nulla... all'infuori di vomitarmi suoni uno dietro l'altro...o a questo punto, aggiungerei, figure una dietro l'altra!!!

In ogni caso credo sia meglio andare con la pulsazione (e non sul tempo) e farsi ispirare a volte dalla frase e dalla melodia ma a volte anche dal ritmo, per trasformare una mera esecuzione asettica e impersonale, in qualcosa di interpretato, di 'unico e solo', che viene concertato all'istante dalla coppia che improvvisa...

P.s. W LA PULSAZIONE E LE MARCETTE!!!

14 commenti:

  1. Grazie Donatella! Ovvio che questi concetti tecnici non sono nel mio patrimonio culturale, quindi ti ringrazio per aver precisato le differenze tra tempo, pulsazioni, etc. Vedrò di approfondire. Ribadisco che in tutta la mia vita di ballerina non ho mai incontrato UN maestro che mi abbia parlato di pulsazioni o battute...abbiamo sempre montato le coreografie su quello che è comunemente definito "tempo".
    Certo è difficile adesso utilizzare definizioni che comprenderebbero solo gli addetti ai lavori del mondo della musica, non credi? Potremmo provarci.
    Ma vedi di spiegarlo anche ai nostri maestri però...così non ci confondiamo! ;-)
    Quindiiiiiii...ragazzi, maestri e mondo intero....da domani non si ballerà più a tempo ma "a pulsazioni"!
    Besos

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  2. Bel post, Dona.
    Si vede che affronti l'argomento con estrema professionalità.
    Da emerito ignorante in materia vorrei però discutere con te su alcuni aspetti.
    A parer mio c'è differenza tra linguaggio volgare e linguaggio tecnico. Il primo tende ad esprimere i propri concetti, le proprie sensazioni, senza stare tanto a curare la forma, il secondo, invece, cura all'inverosimile la forma cosicché non si possano creare fraintendimenti.
    Quando noi discettiamo su argomenti quali il tango, cerchiamo di comunicarne la sostanza, cioè le nostre sensazioni ed emozioni.
    Credo quindi che, bisogna leggere i nostri post senza tenere tanto alla forma, se così fosse spingeremmo solo gli esperti ad esprimersi e il blog si inaridirebbe.
    Che ben vengano gli interventi come il tuo. Permettono a chi, come me, ignora l'essenza della musica, di poter ragionare in termini differenti da quelli che si è sempre posti.
    Credo di essere stato abbastanza chiaro nell'esprimere il desiderio di veder trasformate delle terrene milonghe in un EDEN. Che poi l'aver utilizzato tempo o ritmo, in tale contesto, anziché pulsazione, credo non abbia inficiato la sostanza delle mie argomentazioni.
    Comprendo la tua posizione e, tante volte la condivido. Ma se sto parlando con un contadino che mi sta rendendo partecipe delle emozioni che prova nel coltivare e veder crescere le proprie piantine, mai mi permetterei di correggerlo nella terminologia utilizzata e rimarrei affascinato dall'entusiasmo che colora ogni sua singola sillaba.
    Per quel che riguarda il discorso delle “MARCETTE”, non condivido la tua posizione.
    Il Tango per me è emozione fatta materia, la puoi quasi toccare, sentire scorrere tra le vene, camminare fino al cuore e farlo sussultare. Vi sono brani che amplificano questa materialità e altri meno... Ecco, le marcette sono il meno!!!
    Con ciò non voglio dire che non sia bello ballarle, anzi, mi divertono e pure tanto, ma sentire quei violini, il contrasto tra un ritmo frenetico e un voce melodiosa, mi permette di interpretare il brano con lunghissime pause ed esaltare gli accenti. Le cosiddette MARCETTE, invece, ti consentono di muoverti agevolmente sulle pulsazioni, sui controtempi ma, con esse difficilmente troverei armonia tra una mia pausa, in attesa di un accento (che non arriverà mai) e la musica.
    Molti non apprezzano il tango elettronico, o il nuevo, io, invece, li trovo fantastici perché mi consentono di far sussultare il mio cuore e, conseguentemente, far sussultare quello della mia partner (almeno ci provo :-P).
    Grazie comunque per il contributo che hai dato alla discussione e, spero presto, di riuscire a comunicare anche a te i sussulti del mio cuore cioè, a comunicare con te il TANGO!!!
    Un beso!!!

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  3. Brava Donatella! ci voleva proprio qualcuno che ponesse al centro dell'attenzione questi aspetti del ballare. Ce ne sono tanti altri altrettanto importanti, ma è già tanto che si sia iniziato, e con quanta competenza!
    Non mi si conosce in questa Vs comunità;
    sono Gaetango, uno di qualche generazione fa (generazione di tango e di età, sic..)

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  4. Due brevi commenti magari un po' pedanti che non aggiungono ne' tolgono nulla al concetto fondamentale. Unico scopo e' una maggior puntualizzazione di due concetti:
    1. le pulsazioni e' meglio chiamarle "accenti". Ricordiamo che la musica e' spesso scritta su testi, ed i testi - poetici o meno che siano - hanno un proprio ritmo interno creato dalla successione di accenti delle frasi che li compongono.
    2. la separazione tra interpretazione ed esecuzione e' un falso problema nel senso che QUALSIASI esecuzione da parte di un essere umano si risolve in interpretazione. Oserei quasi dire che anche una esecuzione da parte di una macchina potrebbe essere considerata tale in quanto in fondo e' pur sempre un essere umano a programmare la macchina, ma non vorrei apparire integralista.
    Buon proseguimento, Raimondo

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  5. Riflettendo un po' sul commento di Raimondo...

    Il termine pulsazione e il termine accento sono anch'essi due termini distiniti!
    L'accento è in rinforzo o accrescimento dell'intensità di un suono rispetto agli altri nel discorso musicale.
    Gli accenti sono di tre tipi: metrici, ritmici e melodici.
    L' accento metrico è il primo accento di ogni battuta ed è sempre il più forte;
    L' accento ritmico si collega direttamente al metro utilizzato nella battuta (2/4, 3/8 ecc), cioè un accento per ogni pulsazione... ma questi accenti non sono tutti uguali, poiché ne abbiamo di forti, di deboli e di mezzo-forte...
    nei 4/4 (tango) gli accenti sono forte, debole, mezzo-forte, debole
    nel ¾ (vals) gli accenti sono forte, debole, debole
    nel 2/4 (milonga) gli accenti sono forte, debole

    Apparentemente le pulsazioni e gli accenti coincidono, ma effettivamente la pulsazione sottende il brano e rimane costante all'interno di esso, poiché è il 'battito vitale' da cui il pezzo prende forma, mentre l'accento cambia in base al metro utilizzato...
    Come ci si comporta, allora, quando all'interno di uno stesso pezzo cambia il metro, cioè quando alcune battute sono per esempio in 4/4 mentre altre in 5/4? Sono gli accenti, in questo caso che cambiano in relazione al metro, non cambia di certo la pulsazione...

    Gli accenti melodici sono quelli che fanno parte dell'espressione musicale e possono cadere sia sui tempi forti sia sulle suddivisioni deboli e vanno indicati con simbologia apposita.

    Gli accenti di parola e di frase, quando siamo di fronte ad un pezzo cantato, arricchiscono enormemente la partitura, in quanto a volte accento ritmico e accento di parola possono coincidere, rafforzando ciò che il nostro orecchio e il nostro intelletto sono abituati a sentire, mentre a volte, quando ciò non avviene, siamo di fronte a quell'effetto 'sorpresa', destabilizzante e, aggiungerei, splendido, che diventa poi la caratteristica precipua del pezzo stesso...

    Pertanto, continuerei a utilizzare il termine pulsazione....

    Grazie e spero alla prossima!!!!

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  6. Ragazzi, visto che non mi pare che in giro ci siano maestri che stanno organizzando corsi di educazione musicale, io proporrei a Donatella di incontrarci una di queste sere per spiegarci un pò di concetti fondamentali ed applicarli al Tango tutti insieme. Che ne dite?
    Vorrei anche il parere e la partecipazione di Denis. Maestro carissimo, ci concederebbe un pò del suo tempo?

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  7. Ben venga tutto ciò che può farci migliorare ed apprendere concetti nuovi ed utili per percerpire meglio ed in chiave tecnica i diversi generi di brani musicali e l'eventuale ed annessa interpretazione.

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  8. che meraviglia, leggere di musica in termini strettamente tecnici, in un sito bellissimo di ballerini di tango!!!sapete, vi invidio...faccio il musicista di professione e tra gli addetti ai lavori (che pena questo termine)nn ho trovato mai nessuno disposto a discutere (anche se con un pizzico di animosità, se mi permettete)su questioni così puramente teoriche.L'argomento è interessante;lo dimostra il fatto che esistano in commercio decine di trattati sulla teoria della musica, proprio perchè la si può descrivere, spiegare, osservare in molteplici modi.Ricordo ancora il primo libro studiato:cos'è il suono?il suono è l'elemento indispensabile della musica.Cos'è la musica?la musica è l'arte dei suoni.Vi rendete conto della fantasia di chi scriveva queste definizioni?ricordo, da bambino, che mi sentivo preso per il...Ma, volevo cercare la mia strada e così grazie a questo "poeta", ho cercato nella mia vita di scoprire da solo questa arte dei suoni certo partendo dalla lettura dei vari trattati,ma soprattutto sorretto dalla passione e dall'amore per il mio strumento e per la musica tutta, che in me provocava/ca "il brivido meraviglioso" lungo la schiena.Le definizioni, pertanto, date con proprietà di linguaggio e preparazione come nel caso di donatella, vanno tutte bene.Certo ho sorriso al commento di scarlet "da oggi in poi balleremo a pulsazione". In realtà convengo con lei e con tutti i maestri del mondo che è più opportuno dire "balleremo a tempo". Il tempo, in realtà stabilisce la velocità della sequenza dei movimenti di un ballerino, quindi ovvio che i maestri usino dire di andare a tempo. Certo è vero che il concetto di tempo è astratto; molto più concreto individuare, ascoltando un brano, gli accenti, perchè spesso questi vengono sottolineati da specifici strumenti con delle note più forti, o con un ritmo specifico.La pulsazione invece ho preferito, nella mia vita di musicista, nn inquadrarla con una definizione. In molti ci hanno provato nei trattati, ma è come definire l'amore...quante poesie, romanzi, film...e dite:chi di voi saprebbe esattamente definire l'amore senza essere banale!La pulsazione riguarda l'anima, la si percepisce dentro e ognuno in modo diverso. La pulsazione ti fa battere il cuore, ti percuote dentro,è pura magia.Alcuni allievi,lo percepisco da un movimento della testa, della labbra, del piede...effettivamente sentono questa pulsazione dentro, ma poi suonano fuori tempo perchè nn hanno gli strumenti tecnici per farlo.Perchè la pulsazione è l'energia pura e ultraterrena che la musica ci trasmette.Vi piace questa?Il tempo, fatto di accenti, con le sue ripetizioni ritmiche invece è la nostra guida terrena per fare suonare insieme gli 80 musicisti di un'orchestra sinfonica o per fare ballare insieme due tangueri...certo capita che alcuni riescano a tramettere le pulsazioni che hanno dentro quando fanno musica o ballano e allora....succede un finimondo!!!!grazie dello spazio concessomi e complimenti ancora!
    se vi va di vedere un concerto in cui suono musiche di bellini, siete tutti invitati domani sera alle 21 al teatro ambasciatori. ingresso gratuito! se venite fatevi riconoscere, sono il pianista!
    come scrivete? ah,besos. fantastico!
    stefano

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  9. Grazie Stefano per il contributo fornito alla discussione...
    Davvero bello il tuo commento. Ogni parola trasuda di amore e passione per la musica. Tienici informati dei concerti che terrai, verrei volentieri a sentirti. Domani non so se riuscirò.
    Naturalmente come non ringraziare Scarlett, tramite la quale abbiamo potuto avere il tuo contributo.
    Se te la senti, insieme a Donatella e a Denis, che non conosci ma che, ti assicuro, oltre ad essere dei bravissimi ballerini, sono pure degli ottimi musicisti, perché non si organizza qualcosa che possa far apprezzare a pieno la musicalità dei brani che ascoltiamo nelle serate danzanti?
    Stimolerò scarlett per convincerti!!
    Spero si possa avere presto altri tuoi contributi. Nel frattempo ti auguro... BUONA MUSICA!!!

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  10. Tangoinomane, ma Stefano è un collega di Donatella! Altro se non la conosce! Hanno studiato assieme... forse ancora non avete capito chi è Donatella Giordano... vi siete stupiti dopo sei mesi della sua preparazione musicale?
    Nella sua enorme stanza studio sono presenti solo due piccoli divani e uno spettacolare pianoforte a coda. E basta. E lì ho provato e riprovato a ballare con lei... lei credeva che io fossi là per darle una mano e magari insegnarle qualcosa, in realtà accadeva l'esatto contrario. Il mio amore per un certo genere di tango è nato proprio da un metodo didattico che nasceva spontaneamente e avvicendevolmente attraverso l'analisi tecnica della musica e la sintonia interiore. Posso darvi la prova che l'esaltazione tecnica derivata dallo studio musicale non prescinde l'effetto empatico e spirituale. Mi ha fatto sorridere la frase finale "W le marcette"... è simpatica ed è autoironica. Ma soprattutto è indicativa che se si studia il tango musicalmente, non si può fare a meno di passare per D'Arienzo, Troilo e quant'altri! A tal proposito, tempo addietro, Sergio pubblicò una bellissima intervista ad un importante musicista. Egli invitava tutti all'ascolto di Troilo per esempio (celebre marcettaro...secondo me questi si rivoltano nella tomba!) per un approccio musicale propedeutico e fondamentale al tango. Qualche sprovveduto pensa che a me non piaccia Piazzolla, di cui invece posseggo TUTTE le opere. Io ribadisco solo, alla luce del post di Donatella, che Piazzolla necessita di una preparazione difficilmente fruibile da uno spensierato e fortuito incontro in milonga. Se poi qualcuno ( e so che sono in molti) vuole osare a ballarlo ben venga. Il problema però, è... ma se esistono difficoltà a Ballare (B maiuscola) le marcette cosa viene fuori da Oblivion? Una bestemmia? Comunque sia W Piazzolla ma, per favore, non chiamatemele marcette!
    Baci a tutti

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  11. Piccola aggiunta... Scarlett se mettiamo Dona a insegnare musica quella li fa scappare tutti! Io ho resistito e mi sono fatto due p. che non ti dico con i suoi saccenti richiami e spiegazioni tipo - lento, adagio, non forte ma veloce, pulsazione, accento, tempo dispari si ma in 6/8 e non 3/4 etc etc- non invidiatemi ;) Ma sai qual'è la cosa più divertente? Che s'incavola sulle "steccate" che sostiene di ascoltare sui Vals di D'Arienzo (registrati in presa diretta, d'istinto, in piccola parte pure improvvisati!) o su alcuni tangos di Canaro!!!

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  12. Sono d'accordo con te Aliento quando dici che tecnica ed empatia non sono imcompatibili e mi piace la descrizione che hai dato delle sessioni di studio con Donatella. Credo che sia bellissimo ballare con qualcuno che t'insegna come ascoltare la musica.
    Per quanto mi riguarda, comincio ad apprezzare anche le "marcette", ma niente mai potrà sostituire Piazzolla nel mio cuore, nelle mie orecchie, nel mio stomaco, in ogni mia cellula. Se tentare di ballarlo può suonare come una bestiemma, io chiedo di poter peccare e ballarlo fino alla blasfemia.
    Dona, posso venire anche io a casa tua? Voglio lezioni private di musica, visto che qui qualcuno ci vuole far desistere per tenerti tutta per se...;-)
    Besos

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  13. Solo qualche riga giusto per nn approfittare della vs pazienza!il concerto di domani 21 giugno è stato anticipato alle 19 e si terrà nn più al teatro ambasciatori ma nel cortile di palazzo biscari...magari qualcuno aveva pensato di venire!buona estate a tutti. P.S. Ricordo che l'ingresso è gratuito.stefano

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