Maestri, stili, interpretazioni...
Si fa un gran parlare di stili di tango, di maestri di riferimento, di metodi preferiti, di lezioni di perfezionamento, di scelte puriste che abbracciano univoche correnti tanghere.
Si fa un gran parlare di stili di tango, di maestri di riferimento, di metodi preferiti, di lezioni di perfezionamento, di scelte puriste che abbracciano univoche correnti tanghere.
C’è chi sceglie uno stile milonguero e stringe a se nell’abbraccio sia il compagno che l’intera tradizione classica e tutti i suoi “dettami” conservatori, vivendo il tango come quella esperienza sensoriale che racchiude ed esprime ideali di vita.
C’è chi sceglie la corrente nuevista e sperimenta evoluzioni progressiste, apparentemente libere da schemi “preconfezionati”, con l’abbraccio e la mente aperti verso nuove possibilità e nuove ricerche coreografiche.
C’è chi sceglie di non scegliere e si muove tra l’uno e l’altro stile, giocando a cavallo in base all’umore, perchè in fondo ritiene che il tango sia un bel gioco e valga la pena di viverlo in tutte le sue forme.
Tra questi diversi modi di vivere il tango c’è quello del purista fondamentalista, dell’uno o dell’altro stile: il fondamentalista abbraccia lo stile prescelto come se fosse un’ideologia, un dogma da difendere a tutti costi; considera una ragione d’onore il frequentare solo lezioni che aderiscono alla sua “corrente ideologica”; afferma di volersi mantenere puro e non sperimenta altri stili per non “sporcarsi”!
C’è chi sceglie la corrente nuevista e sperimenta evoluzioni progressiste, apparentemente libere da schemi “preconfezionati”, con l’abbraccio e la mente aperti verso nuove possibilità e nuove ricerche coreografiche.
C’è chi sceglie di non scegliere e si muove tra l’uno e l’altro stile, giocando a cavallo in base all’umore, perchè in fondo ritiene che il tango sia un bel gioco e valga la pena di viverlo in tutte le sue forme.
Tra questi diversi modi di vivere il tango c’è quello del purista fondamentalista, dell’uno o dell’altro stile: il fondamentalista abbraccia lo stile prescelto come se fosse un’ideologia, un dogma da difendere a tutti costi; considera una ragione d’onore il frequentare solo lezioni che aderiscono alla sua “corrente ideologica”; afferma di volersi mantenere puro e non sperimenta altri stili per non “sporcarsi”!
A questo punto e dopo aver sentito tante sciocchezze su questo “arianismo” nel tango, io mi chiedo quanta parte di questa scelta così drastica sia dovuta davvero a fattori di gusto individuale e quanto invece sia da riportare ad un limite oggettivo personale o di apprendimento, limite inconsapevole e inconfessato, o consapevole e inconfessato.
Chi di noi non ha mai sentito un amico o un conoscente di tango etichettare con toni sprezzanti ballerini, anche bravi, solo perchè appartenenti a correnti stilistiche diverse?
Siamo davvero sicuri che questi giudizi e queste scelte siano dettate solo da ragioni di gusto personale? Io ci rifletterei (ma non badate a me, a me piace riflettere su tutto anche sul moto casuale delle onde, che casuale non è)! :-)
Chi di noi non ha mai sentito un amico o un conoscente di tango etichettare con toni sprezzanti ballerini, anche bravi, solo perchè appartenenti a correnti stilistiche diverse?
Siamo davvero sicuri che questi giudizi e queste scelte siano dettate solo da ragioni di gusto personale? Io ci rifletterei (ma non badate a me, a me piace riflettere su tutto anche sul moto casuale delle onde, che casuale non è)! :-)
Schierarsi assumendo atteggiamenti di chiusura è tristemente umano e per questa umanità che ci fa seguire schemi psicologici così prevedibili a volte arrivo a provare un filo di tenerezza. Rientra in quel gioco delle fazioni avverse, del riconoscimento nel gruppo, a cui nessuno di noi può sottrarsi. Ci si riconosce in un gruppo per sentirsi più forti, perchè insieme è più facile affrontare e battere il diverso che ci disorienta e ci fa sentire fragili, giacchè possiede qualcosa che noi non abbiamo.
E’ così che il milonguero fondamentalista, non preparato alle evoluzioni del tango aperto, definisce i ballerini nuevisti dei “circensi”; è così che il nuevista “estremista” definisce i milongheri “poveracci che sanno solo fare camminate e passo base”.
Ma certo è che entrambi si perdono belle cose dell’uno o dell’altro stile, mentre sprecano il loro tempo a farsi la guerra, invece che a sperimentare il “diverso”.
Il tango è solo un piccolo ambito di applicazione di questi schemi che fanno parte della vita umana, come il nutrirsi e il dormire. Possiamo rassegnarci e accettarli o riconoscerli e prenderne le distanze. La scelta è solo nostra ed arriva, se arriva, in momenti esistenziali diversi per ognuno di noi.
E’ così che il milonguero fondamentalista, non preparato alle evoluzioni del tango aperto, definisce i ballerini nuevisti dei “circensi”; è così che il nuevista “estremista” definisce i milongheri “poveracci che sanno solo fare camminate e passo base”.
Ma certo è che entrambi si perdono belle cose dell’uno o dell’altro stile, mentre sprecano il loro tempo a farsi la guerra, invece che a sperimentare il “diverso”.
Il tango è solo un piccolo ambito di applicazione di questi schemi che fanno parte della vita umana, come il nutrirsi e il dormire. Possiamo rassegnarci e accettarli o riconoscerli e prenderne le distanze. La scelta è solo nostra ed arriva, se arriva, in momenti esistenziali diversi per ognuno di noi.
Personalmente mi riconosco nella figura di chi sperimenta entrambi gli stili e non ha paura di “sporcarsi”, perchè ne apprezzo le diverse emozionalità e i diversi modi di esprimerle.
E’ comunque sacrosanto optare per l’uno o per l’altro, ma stimo solo chi lo fa dopo aver sperimentato entrambi e soprattutto chi lo fa senza eleggersi giudice a condanna dell’altro.
E voi cosa ne pensate?
E’ comunque sacrosanto optare per l’uno o per l’altro, ma stimo solo chi lo fa dopo aver sperimentato entrambi e soprattutto chi lo fa senza eleggersi giudice a condanna dell’altro.
E voi cosa ne pensate?
L’atteggiamento in questione cara Scarlett è sempre esistito. Eloquente G.Lala in “Tangologia2 “ ed. Sigillo quando racconta l’avversione dei ballerini di Orillero alla nascita del Canyengue o la contrapposizione negli anni ’40 del tango salòn all’evoluzione del tango Fantasia…. Secondo me, nel massimo rispetto altrui la scelta è qualcosa che può anche divertire e stimolare. Tanto, nel tempo, l’evoluzione sarà sempre la stessa e cioè la fusione degli stili. Passano decenni ma è un percorso inevitabile. Oggi di salòn o di fantasia neanche si parla più… sono vie di mezzo da cui, in un paio d’anni, pare siano spariti i dettami. Oppure sono termini per rendersi più dolci e chi sostiene di insegnare Salòn è magari un milonguero pentito o un fantasista in regressione minimalista… Al momento, nel mondo tanghero, e la fonte della diatriba resta sempre Buenos Aires si riconoscono i due estremi: milonghero e nuevo… il nuevo è nuevo e ancora, di fatto è in grande evoluzione, non credo esistano dei limiti ben precisi per sapere dove inizia e dove finisce. Esplora elementi di danza moderna, destruttura l’abbraccio, esplora nuove possibilità. Il milonghero ha in apparenza un linguaggio più limitato e si evolve più lentamente essendo già strutturato da decenni. Dico in apparenza perché nei dettagli diventa estremamente rigido e riconoscibile. Il problema però, per me che amo quest’ultimo stile è questo ricorrente pensiero: “ma cosa devo farmene degli insegnamenti dei maestri del centro di Buenos Aires se poi qui in Sicilia l’eccellente intesa la trovo al massimo con una decina di ballerine che hanno approfondito la mia stessa scelta?” Il bello del milonghero è utilizzare un linguaggio semplice e universale dove la crescita avviene più in modo individuale e meno all’interno di una coppia. Il tutto per riprovare furtivamente da uomo il gusto dell’improvvisazione e da donna l’intuito di un’intenzione. Ma per far ciò ‘sta ballerina deve pur aver attinto dalla mia stessa fonte!? E se ‘sta fonte si trova al 414 di Riòbamba, io, che cosa ci faccio qui?!?
RispondiEliminaQui da noi vanno le grandi insalatone…. I fritti misti. Le macedonie in pompa magna. Il tutto in nome di una completezza che non arriva mai e lascia solo spazio al trasformismo. E non lo dico per criticare una scelta, per carità, ma solo per il puro gusto di ricordarmi costoro che dicevano male “dell’altro” stile e invece dopo anni (e spesso goffamente) iniziano a gustarlo e a celebrarlo! Sapete come li chiamo costoro? “ARRIBBATTUTIIIIIIIIIII”
"Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che 'nvidiosi son d'ogne altre sorte. Fama di loro il mondo essere nn lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di loro, ma guarda e passa" Inferno, canto III, Gli Ignavi.
Giorni fa La Miller ci raccontò di un grande milonguero, soprannominato El Tigre che, l'anno prima di morire durante una discussione le disse: "Sai Susana, negli ultimi dieci anni credo di aver iniziato a camminare un po' meglio..."
p.s. x coloro che si prendono sul serio, che amano il gossip, che sono guardinghi dico: ciò che ho scritto l'ho scritto col sorriso sulle labbra e in ironia. Con Affetto
Mullah Omar
Oh che bello... era da un po' che volevo affrontare l'argomento - sui "fondamentalisti" e i "fondamentalismi" del tango (ma m'impigrivo a scriverne)...
RispondiEliminaLa questione è complessa, al solito.
Io mi immedesimo perfettamente nelle tue conclusioni finali (e penso - i maniera assolutamente politcally undcorect che dovrebbero essere quelle di tutti i tangueri di buon senso) tuttavia so bene che il tango, la sua diffusione virale, la sua febbre iniziale, la passione ossessiva con cui spesso eslpode in ognuno di noi... sollecita i fondamentalismi.
Insomma tutti per un po' siamo stati fanatici del tango stesso e di ciò che in quel momento ce lo rappresenta (in maniera apparentemente assoluta) e può essere un maestro, uno stile, un tipo di musica. E' un fanatismo iniziatico, fisiologico, anche un po' ingenuo che tende a volte persino all'idealizzazione. Passa crescendo, quando si perde un po' d'ingenua innocenza tanguera e si acquista in consapevolezza milonguera. Quando si scopre che non ci sono le "verità assolute" e molte delle cose che ci sembravano insostituibili o lontane da noi ora ci appartengono.
Il fatto è che che nel tango, come in tutto, le etichette rassicurano gli insicuri, chi ha bisogno di essere circondato da identità facili da definirsi, punti fermi inattaccabili, riconoscibili da fuori come un marchio. Il milonguero duro e puro o il nuevista frumbolabile sono punti estremi di chi "ha bisogno di chiudersi dentro una verità assoluta, riconoscibile, parziale, di non facile accesso, esclusiva, non per tutti" ... una scelta rispettabile ma poco tanguera se ci pensiamo bene. Il tango è "apertura" all'altro (alla sua diversità, alla sua unicità) per definizione d'abbraccio e d'ascolto. Chiudersi ewsclusivamente in uno stile e precludersi una parte importante di questo ascolto. Questo in teoria... poi in pratica ci sono anche i "gusti" personali (il nuevo o i lmilonguero possono semplicemte non piacere) e c'è anche il fatto che non tutti possono ballare il nuevo che richiede attitudini ginniche non sempre presenti nei prerequisiti del tanguero medio. Non tutti hanno la sensibilità minimalista per sapersi godere "le piccole finezze" interne alle possibilià del milonguero (foss'anche la camminata).
Insomma ... spezzo un'arancia a favore di quei (tanti!) tangueri che nel corso della loro crescita tanguera mettono in gioco i loro pregiudizi (sopratutto quelli autoreferenziali) e, scoprendo le mille declinazioni possibili del tango, scoprono le mille declinazioni insospettabili di se stessi. Per questo ci piace il tango, perchè ci dice cose di noi che non sapevamo.
Io credo che la scelta debba essere fatta semplicemente tenendo conto dell'emozione..L'unica variabile da prendere in considerazione sei tu,con quelo che provi.
RispondiEliminaVoglio dire che non mi interessa provare tutto, mi interessa continuare ad essere abbracciata in un certo modo piuttosto che nell'altro.Non è , per quanto mi riguarda, paura di "sporcarsi", ma poco interesse per un altro "modo" di vivere il tango.
Con il rispetto dovuto per chi dichiara intenzioni diverse.
Capisco che non ha senso parlare di "meglio" o "peggio"...sono semplicemente scelte.
Se cio' significa essere talebana o ortodossa..beh, penso di esserlo!!!
Besiti
Dori
Post d'impatto, cara Scarlett, la chiusura mentale è una brutta piaga della società, rende l'essere umano ridicolo e limitato rispetto alle potenzialità celebrali di cui è dotato biologicamente parlando. E cmq. hai azzeccato la risposta a tutto ciò quando parli di riconoscimento o appartenenza ai gruppi, un pò simile a quello che accade ai bambini che pur di farsi rispettare dai compagnetti di scuola sono "costretti" a esagerare nei gesti e/o azioni. Fa parte della fragilità umana, spesso serve a mascherare le insicurezze, o la paura di avere una personalità individuale. Nel tango questo accade, ma è normale che ci siano queste situazioni fa parte dei processi di crescita, l'importante essere consapevoli di ciò che si fa , che si sceglie e soprattutto evitare che la metamorfosi( o evoluzione che sia) non sia solo un fattore "tendenza" o "imitazione". Credo che l'essenza dell'arte (danza, musica..etc ) sta proprio nell'attivare quei processi creativi che spingono l'individuo "artista" a creare esprimendo quello che veramente si sente dentro ma non si vede, altrimenti si arriva in una sterile esibizione individuale che tutto trasmette tranne che la passione e l'energia che potrebbe creare quel momento... l'unione di 2 corpi che danzano "al compas". Concordo con i miei predecessori (Aliento e Farolit) inoltre aggiungo .. evviva tutti gli stili.. il tango è pure divertimento che sia Nuevo o Milonga, è passione mi aggiungo tra coloro che sono golosi di tutte le forme e stili, anche se ho le mie preferenze stilistiche che convergono verso il tango milonghero, ma se devo dire la verità.. nn tollero alcune interpretazioni che spesso ci regalano (sarà che mi sto talebanizzando) ma Biagi è "Biagi". con quest'ultima passo e chiudo ;)
RispondiEliminaPrincess Scarlett...sparisco e riappaio in Milonga CUS quando nn ci sei tu :-( Cmq sono stata molto latitante è vero ... ed il tuo post cade a fagiuolo sul mio rientro..."La scelta è solo nostra ed arriva, se arriva, in momenti esistenziali diversi per ognuno di noi...."
RispondiEliminaIl mio momento attuale esistenziale è davvero molto "Peace and Love" .. Ricerco molta traquillità e l'esser rassicurata in un abbraccio "giusto" mi gratifica ... assai!
Devo dire ke sperimentare mi ha sempre divertito, è un piacevole gioco ... soprattutto se fatto nel momento giusto e con la persona giusta! Ma è Bene Ricordare sempre ke la Musica è la nostra Musa ispiratrice e sarà lei a suggerirci quando aprire un pò un abbraccio e quando invece stare vicini vicini.
L'importante è stabilire un contatto! ;-)
Concordo con Ro,e` bello sperimentare,ma e` bene farlo al momento musicale giusto e con la persona che si percepisce possa gradire "l`esperimento",se una delle due cose non c'e` si rischia di fare solo confusione .
RispondiEliminaOltre che stabilire un contatto credo sia altrettanto fondamentale che ci sia,o nasca,sintonia.
Buona giornata a tutti.
x Aliento: non potevi scegliere citazione migliore di quel brano della Divina Commedia. Sono d'accordissimo.
RispondiEliminaX Farolit: Madonna querida, sono d'accordo anche con te! Però purtroppo certi fanatismi in molti casi si trascinano anche oltre l'età tanghera "giovanile", in taluni soggetti anche in quella che dovrebbe essere l'età della "maturità" e qui a Catania ne abbiamo esempi lampanti. Ma ahimè l'umanità è vasta e variegata...rassegniamoci (e in fondo chissenefrega!)
x Sirena e Gianni: talebani!!! :-)
x Ro: ci dobbiamo sincronizzare mia cara, così non possiamo andare avanti! ;-)
x Marco: buona giornata a te! e a te e Ro dico "ogni cosa a suo tempo"!
Besitos
Scarlett:Eh, mi sa proprio:talebana e fondamentalista sono!Però senza burka!!
RispondiEliminaD'altra parte è una scelta ..obbligata:mi ci vedi, alla mia bella età, zompettare in milonga tango nuevo et similia??????? Naaa!Di nuevo ormai..c'ho ben poco!!
;O)
Besos
Dori
DOOOORIIIIIIIIIIIIIIII!
RispondiEliminaMa cosa mi dici maiiii?!!
Passi il fondamentalismo, passi l'abbraccio "allippato" (trad. per i non Catanesi "appiccicato"), passi pure il "de gustibus non SPUTACCHIANDUM est"...
Ma Signora Longari...lei non mi può cadere sull'etàààà!
E che ci vuole?!! Un volteggio di qua, un avvitamento di là, una volcada all'indietro con triplo salto mortale finito in caschè...
E che ci vuole???
E poi se vuoi ti presento io qualche bel 50enne catanese che volteggia abilmente disegnando "impervie" coreografie di tango nuevo, incurante delle sue "decadas de oro"!
Quindi non mi fare più questi discorsi sull'età..."ragazzina"!
:-) :-) :-)
Besitossssss
Guarda che ti prendo in parola!!!
RispondiEliminaSmuak!
Ciao a tutti,
RispondiEliminaScarlett, affronti un tema a me caro,
io personalmente ho deciso di seguire la corrente nuevista da tempo ormai, tuttavia non disdegno assolutamente di ballare milonguero, ma cio' che appunto non comprendo sono quelli che dalle nostre parti chiamiamo "talebani", e vedo con piacere che il concetto e' sentito un po' dappertutto.. :)
Qui chi interpreta questa parte sono i milongueri, i quali si vedono minacciati dalla popolarita' sempre piu' crescente di maestri quali Frumboli e Arce.
Personalmente non riesco a capire questa presa di posizione, per me nel tango non vi sono differenze, semmai noto se e' ballato bene o meno...
Ad ogni modo non nascondo mai un sorriso quando sento un "talebano" pronunciarsi verso coloro che ballano nuevo con la tipica frase :"ah, ma quello non e' tango..", ma che pena pero'...
Cosa e' e cosa non e' tango ritengo sia molto difficile da stabilire, tuttavia ritengo che l'importante sia divertirsi e ballare tango.
Max
www.clandestinotangoclub.it
Scarlett:eccoti servito il "purista fondamentalista, dell’uno o dell’altro stile"!!!!
RispondiEliminaInfatti , giusto per non essere di parte"Qui chi interpreta questa parte sono i milongueri, i quali si vedono minacciati dalla popolarita' sempre piu' crescente di maestri quali Frumboli e Arce"!;O)
Evvai..a quando la "scapoli-ammogliati"?
Ovviamente..con simpatia!
Che meraviglia di ragazzacci!
RispondiEliminaFondamentalisti e talebani, ma dal dialogo aperto...fossero tutti come Dori e Max (a proposito, benvenuto!) ce ne vorrebbero di più.
Comunque anche da noi si etichettano i milongueri col nome di talebani, mentre i nuevisti eccessivi sono chiamati circensi.
Io sono d'accordissimo con Max: chi stabilisce cosa è tango e cosa non lo è? Anch'io sorrido quando sento gli estremisti di entrambe le fazioni criticare ed etichettare i rappresentanti della controparte, ma è un sorriso triste che tenta di velare il fastidio che mi fanno provare certe definizioni.
Viva la libertà di essere quello che amiamo essere, nella vita come nel tango!
P.S. Ma si può dire "libertà" in questo periodo elettorale di par condicio?????! :-)
Si puo' dire, Scarlett...ma..a voce bassa!!! Aspettiamo ancora qualche giorno per esserne sicuri!!;-)
RispondiEliminaBesitiiiiii!!!!!!
Sirenetta, non mi fraintendere, potendo scegliere io urlerei volentieri tutti i colori dell'arcobaleno! :-)
RispondiEliminaMa anche questi colori ormai sono sbiaditi, ahimè, e sono fortemente tentata dall'astensione.
DIODORO SICULO scrive: NON AVENDO MAI AVUTO IL TEMPO DI CAPIRE COME FUNZIONA IL BLOG, E QUINDI DI POTERCI SCRIVERE, MANDO UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA, MI PIACE MOLTO QUELLO CHE HAI SCRITTO. MI PIACCIONO ANCHE LE RISPOSTE DI ALIENTO E GIANNICOLA SULLA LIBERTA' DI FAR QUEL CHE SI VUOLE O, COME DICE ALIENTO, CHE AMA QUEL TIPO DI BALLO E BASTA. HANNO RAGIONE TUTTI E DUE, PER IL SEMPLICE FATTO, CHE LA LORO FISICITA', OGNI QUAL VOLTA CHE BALLANO, LI PORTA A FARE QUALCOSA CHE LI FA STARE A PROPRIO AGIO.
RispondiEliminaSE TI DOVESSI RACCONTARE LA MIA ESPERIENZA, DOPO CINQUE ANNI CHE BALLO, E' CHE HO FATTO 20 STAGE , SONO STATO SUPPORTER DI ANGELO IN 3 FESTIVAL, HO FATTO 200 FIGURE, CON 100 COMPAGNE DIVERSE, ALLA FINE DIMENTICO SEMPRE TUTTO, MA UNA COSA PERO' MI E' RIMASTA, ED E', ANZI SONO DEGLI ATTIMI, DEI MINUTI IN CUI LA MUSICA DEI VALS, DELLE MILONGHE, DI ALCUNI TANGO, TI PRENDE E TI SOLLEVA DA TERRA , E' UNA SENSAZIONE INCREDIBILE, E' QUELLO IL MOMENTO IN CUI NON ESISTE PIU' NIENTE ATTORNO A TE, PUOI BALLARE AD OCCHI CHIUSI(NON LO FACCIO), ECCO COSA DI IMPORTANTE HO CAPITO IN QUESTI CINQUE ANNI.
PENSA NON CONOSCO NESSUN AUTORE , NON HO MAI VISTO NESSUN FILM, NON CONOSCO UNA PAROLA O TERMINE SPAGNOLO, NON CONOSCO LE REGOLE SO FARE SOLO QUATTRO COSE (A VOLTE ME NE VERGOGNO), MA QUANDO PRENDONO LA SERATA GIUSTA TI GIURO E' TUTTO UNA FAVOLA.
CIAO
DIODORO
Siamo tutti..almeno,molti, tentati dall'astensionismo!
RispondiEliminaMa se penso che c'è gente che ha dato la vita per consentirci il diritto al voto..non posso lasciare che "facciano loro"!
Abrazo
Dori
cosa è il tango ?? è storia.. cultura.. passione di un popolo, mi fermo qui per ignoranza.. ma passo il testimone ai ns. cari cultori "tangheri" for more details. Il tango principalmente si sente con l'anima.. si esprime nel contesto di ciò che ascolti, dai colori che ne ricavi, dai profumi che riesci a percepire.. dal graffiato dell'antico suono dell'orchestra.. dalle lacrime versate dal popolo.. in questo c'e' pure un'evoluzione che arriva fino ai giorni nostri, ma attenzione a non confondere la poliedricità di questo genere.. se lo senti davvero lo esprimi nel modo giusto nell'era giusta; se ascolti Canaro, o Fresedo.. o D'Arienzo, non puoi sentire provare o percepire le stesse emozioni che ti possono trasmettere i Gotan Project, per questo dico.. ogni stile ha il suo periodo d'espressione e d'interpretazione; poi dipende da come si vuole interpretare il brano e da come si sente dentro; io ballo tutto: nuevo, milonghero semi aperto semi chiuso.. ma ripeto è il brano che decide tutto, se poi vogliamo fare i ginnasti.. e far vedere come siamo bravi.. iniziamo a sacare, colgare e boleare anche su Canaro e Fresedo; tutti siamo bravi ad esibirci con il corpo.. ma ????.. ;) buon tango a todos.
RispondiEliminaChe piacere trovare un post su questo argomento. Io credo ci sia poco da fare quando si tratta di natura umana. Credo che non si possa giudicare gli altri per quello che fanno e vale sia per chi discrimina i 'circensi' e i 'marcettisti' (direi io) sia per chi prova a criticare i discriminatori. Insomma ritengo valga come sempre la libertà di scelta e azione. Certo considero bieco il modo che hanno certi tangueri, di apostrofare ballerini intenti alle volte solo a divertirsi. Ci vorrebbe rispetto e condivisione ma certe cose non si insegnano, si imparano.
RispondiEliminaLa Tanita
Ciao Tanita, benvenuta!
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con te, nessun giudizio sulla libera espressione dell'altrui vocazione tanghera.
Ho visto che vivi in America, sarebbe carino che ci raccontassi qualcosa su come viene vissuto il tango lì, che umori assume, che livello di ballo, quali usi e costumi, etc etc...
Besitos
Il Tango è una musica immigrante… Il suo unico passaporto è l’emozione. (Carlos Gavito)...
RispondiEliminaAbrazos
Dori
Scarlett sei benvenuta con tutti gli altri tango bloggers a leggere le disavventure e le curiosità del tango a Dallas sul mio blog...l'ho aperto proprio per questo!
RispondiEliminaPenso che non si finirà mai di disquisire sul tema; in fondo ogni sensibilità è una dimensione a sé, e solo in parte condivide con altre una stessa visione.
RispondiEliminaNel merito credo che l’argomento sia stato trattato in modo unidirezionale; è come se, parlando di cibi, si contrapponessero le qualità dei fritti e dei bolliti, senza minimamente accennare alle questioni riguardanti i metodi di preparazione e la qualità delle materie prime, fritte o bollite che siano..
Il tango, a mio personale sentire ovviamente, è una metafora dell’amore, e come l’amore reca essenze intime ed essenze ludiche; per questo riconosco ai due generi in argomento pari dignità ed ammissibilità; ma se fossi costretto a scegliere tra i due generi opterei per quello che esprime l’intimità.. che genere di amore sarebbe quello espresso solamente su basi ludiche!?
Inoltre, se di tango argentino si deve trattare, non si può non riferirsi, nell’interpretarlo, alle sue radici storiche e culturali, ed al contesto in cui si è originato.. solo per esemplificare :
Il tango è nato in ambienti umili e popolari; ambulanti, scaricatori di porto, donne di strada, e uomini di malaffare, che nel rapportarsi e nell’abbraccio esprimevano sentimenti e propositi alti, coraggio, fierezza, nobiltà d’animo, passione protettiva..
Queste connotazioni andrebbero espresse nel ballo mediante quella che chiamo “dissociazione verticale”; tutto ciò che sta sotto lo snodo della vita è flesso e schiacciato a terra ad esprimere il radicamento terreno; tutto ciò che sta sopra la vita esprime tensione verso l’alto, sostenuta da tonicità muscolare; l’incedere è di petto proteso in avanti con asse di equilibrio eccentrico. Questo contenuto espressivo può anche essere ignorato nella pratica corrente (e lo è, purtroppo..) ma quando c’è mi rende l’idea ed il gusto di esprimere qualcosa che ha una storia ed un’anima, ed io me ne sento parte.
Se ci si arroga la libertà di ballare fuori da ogni riferimento storico e culturale del genere che si balla, lo si faccia pure, ma di fatto ci si allontana da quella storia e dall’anima di quella cultura, e l’aggettivo “argentino” andrebbe omesso.
Caro Gaetango,
RispondiEliminanon credo che, come dici tu, l'argomento sia stato trattato in modo unidirezionale, per il semplice fatto che non si è voluto disquisire sugli stili di tango in se e sulle loro peculiarità, ma sull'atteggiamento fanatico di taluni nei confronti dell'uno o dell'altro stile.
Altra considerazione che mi sento di fare in risposta al tuo commento, che apprezzo nei modi e nell'intenzione, riguarda ciò che dovrebbe esprimere il "nostro" tango, quello che tutti noi balliamo in milonga OGGI.
Tu scrivi che dovremmo esprimere quelle che definisci "connotazioni" del tango: "sentimenti e propositi alti, coraggio, fierezza, nobiltà d’animo, passione protettiva..".
Io non credo che si possano esprimere sentimenti a comando, solo perchè si ritiene che da tali emozioni sia derivato il tango delle origini, nè tantomeno ritengo che quelli che hai elencato siano stati i soli moti dell'animo espressi dai primi tangheri, nè che lo siano oggi, nè che siano stati tutti così "alti" e positivi come a te piace romanticamente ricordare.
A me viene in mente anche la rabbia, il dolore, la frustrazione, la nostalgia, la paura, etc. del tango delle origini.
Ma soprattutto, non credo assolutamente che si possa esprimere tutto questo semplicemente adottando una postura più o meno corretta e codificata; qualunque sia la tecnica adottata e lo stile di ballo prescelto, l'INTERPRETAZIONE che dà corpo all'emozione non trova certo ESPRESSIONE in un asse o una dissociazione, verticale, orizzontale, trasversale che sia...
Io credo che ballare oggi tango ARGENTINO, non significhi sciommiottare reminiscenze emozionali di vite passate, ma esprimere e far da contenitore ad emozioni attuali, vive, vere, positive e negative, della gente di oggi, perchè questo è stato il tango delle origini: un contenitore dei moti spontanei dell'animo umano e un potente canale espressivo, attraverso il quale sfogarsi ed arricchirsi.
Credo che soltanto dando al tango questa "connotazione" potremo rendere onore alle sue origini e portare avanti una sua corretta quanto inevitabile evoluzione.
Spero ancora di essere invitata da te in milonga per provare la tua "dissociazione verticale", che tanto mi ricorda il normale asse milonguero...
Cara Scarlet, è davvero difficile intendersi quando si cerca di puntare un po’ in profondità..
RispondiEliminanon ho saputo rendere al meglio il mio pensiero.
Dici “..Io credo che ballare oggi tango ARGENTINO, non significhi sciommiottare reminiscenze emozionali di vite passate, ma esprimere e far da contenitore ad emozioni attuali, vive, vere, positive e negative, della gente di oggi, perchè questo è stato il tango delle origini: un contenitore dei moti spontanei dell'animo umano e un potente canale espressivo, attraverso il quale sfogarsi ed arricchirsi..”
Si potrebbe applicare anche ad altri generi di ballo, es. il flamenco;
ma qualcuno potrebbe obiettare, ed io obietterei, che per ballare il flamenco in modo convincente, si dovrebbe conoscere qualcosa della Spagna, farsi permeare almeno un po’ dall’essenza culturale e storica del contesto che ha originato quel ballo.
Se si rimaneggia sempre in senso modernista ed estremo qualsiasi espressione di culture ed ambienti diversi, senza che lo si voglia, si concorre a quella devastante omogeneizzazione che, rimanendo nella metafora alimentare, farà della biodiversità culturale un unico universale Mac Donald.
Per l’invito al ballo ho il problema di non sapere associare un volto al tuo nickname.. chiederò in giro, e ti inviterò quanto prima.
A presto
Gaetango facciamo così, ti invito io e buttiamo alle ortiche anche la tradizione della mirada... ;-)
RispondiEliminaMi trovo a condividere in tutto il pensiero di Scarlet, sia per quanto scritto nel post, che per le risposte ai vari commenti..
RispondiEliminaBallo preferibilmente chiuso, ma non disdegno cimentarmi nei vari generi, nuevo e milonga.
Purtroppo l'atteggiamento di chiusura (talebana) lo riscontro anch'io nei milongueri, o forse sarebbe più corretto dire tra coloro che ballano lo stile apilado. Mi sento di dire che questo atteggiamento è dovuto anche ai cattivi insegnamenti(di vita e non di tango)di alcuni maestri.
@ gaetango mi sento dico che concorderei con lui, se i cambiamenti, i nuovi imput al tango venissero generati in Italia, ma così non è..
Schiere di talentuosi ballerini argentini vengono in europa, fanno stages e spettacoli, portando con sè, sperimentando l'evoluzione di nuovi stili..
Che piacciano o meno, sempre di Tango Argentino si tratta.
Sempre dalle fila dei talebani locali, veniva la voce che questi artisti propinassero agli europei un tango diverso da quello che si balla a Buenos Aires..
Che là si balla solo e solamente apilado.. e chi più ne ha più ne metta.
Ho amici che ballano apilado, con cui ogni tanto ci confrontiamo, e le cose che dico mi sono state riferite da loro..
Ho assistito in occasione di stages, all'esibizione di coppie di fama internazionale, Arce-Montes, Aragon-Boaglio, corredate da fragorosi applausi finali, ma che vedevano i "soliti" guardare con aria sprezzante, al limite dello schifato e chiaramente non battere le mani..
Devo continuare..?
Franco