domenica, aprile 22, 2007

Ballerini e Maestri

Cari amici, appassionati di tango, vorrei utilizzare questo post per esporvi alcuni pensieri che, spero, siano da stimolo a riflettere prima di scegliere in questa 'jungla' di offerte inerenti al tango. Siamo bombardati da centinaia di proposte l’anno, grandi ballerini presentati con eccellenti curriculum, tutti trionfatori in tournee europee, tutti custodi di un sapere profondo da trasmettere in pochi giorni…
Gli stage si susseguono ormai quasi ogni week end e sempre nuovi festival vengono organizzati… Le scuole di ogni città si danno battaglia, accavallando nelle stesse date stage, offerti come merce in 3 x 2 sui propri volantini. Presto le banche apriranno linee di credito speciali per appassionati di tango. Tanta, troppa gente, butta un mare di soldi e non fa altro che creare dentro sé un'enorme confusione e a pochi giorni di distanza dall’ultima lezione si ritrova col portafoglio vuoto e con la memoria labile.

Ma andiamo per ordine.

Chi sono questi maestri e grandi ballerini? Ripeto: ma chi caspita sono? Quanti di essi sono soltanto coppie che ballano bene e che tentano di sbarcare il lunario in Europa? Sapete quanti ragazzi sconosciuti, a Buenos Aires, ballano col piattino per strada e non sono da meno di questi ballerini che arrivano, complice l’ardire degli organizzatori, ad insegnare nelle nostre città?
Quasi nessuno di essi insegna per professione! Vivono di tournee itineranti e di lezioni 'volanti' fuori programma.
Mi spiegate cosa c’entra essere belli a vedersi con l'INSEGNARE?

Mia figlia frequenta una scuola di danza e la sua autorevolissima maestra di Belgrado ha portato nei palcoscenici alcune ragazze dopo anni di duro lavoro. Adesso, per esempio, una ragazza catanese sua ex allieva, fa parte del quadro permanente del Royal Ballet di Londra. La sua insegnante non è mai arrivata così in alto. Ma quando la ragazza torna a Catania fa sempre visita alla maestra, non smettendo mai di esternarle la sua gratitudine. E la ragazza la ringrazierà sempre, perché ella rimarrà sempre “la sua maestra” di danza. La ragazza non sarà probabilmente mai in grado di insegnare, ma sarà la sua vecchia maestra ad essere capace, anche quando sarà anziana, di “estrapolare” e “plasmare” l’energia necessaria ad una bambina per diventare una grande ballerina… a sapere riconoscere gli errori delle allieve prima ancora che si manifestino, ad avere un’ innata capacità didattica e a tirar fuori la loro leadership… ad avere la pazienza di restare dietro le quinte, a fare un compito che ai “grandi” risulta ingrato: insegnare piuttosto che stare sul palcoscenico.

Pausa.


Perché nel mondo del tango se non si vedono prima i ballerini esibirsi non ci si iscrive allo stage?
Cosa si spera di imparare in un paio d’ore?
Perché ci si ostina ad imparare a memoria?

Osservo perplesso qua e là i video di alcune lezioni di questi maestri “mordi e fuggi”. Resto allibito! E’ tutta roba da imparare a memoria, divagazioni ed alterazioni che poco hanno a che fare col tango che si dovrebbe ballare in una milonga, figure che ognuno di noi potrebbe tranquillamente inventarsi in casa una volta acquisite le basi. Così ci si ritroverà sempre a copiare! Ma quale tango fantasia! La fantasia questi ce la inaridiscono! Dove sono gli stimoli per le nostre improvvisazioni? Non vedo nessuno proporre uno strumento per sviluppare questa tanto agognata fantasia! Troppi, cosiddetti, maestri preparano sequenze da imparare a memoria e basta! Il tango, per me, non è questo.
Ho visto, dopo migliaia di euro buttati, pochi e selezionatissimi profili in grado di fare i maestri.
Maestro vuol dire: colui che crea le basi affinché il nostro corpo possa esprimersi in seguito ad uno stimolo percettivo esterno cioè la musica. Maestro è colui che sa insegnarti la musica dall’interno del ballo stesso, maestro è colui che ti fornisce i mezzi affinché tu possa esprimere un'intenzione o un'emozione, è colui che ti insegna a non perdere di mano la situazione, che riesce sempre a “sbrogliarti” la matassa e non quello che ti incasina la vita, è colui che, se è il caso, sa bocciarti senza aver paura di perderti come allievo e non teme di farti soffrire per insegnarti la sostanza e non la forma. E’ colui che sa offrirti le fondamenta per creare un' improvvisazione, colui che non ti permette di copiare, colui che sa portarti a creare uno stile personale. Saremo noi ad inventare poi. Copiando non saremo mai in grado di imparare nulla. Vedo nelle milonghe tanta gente che balla allo stesso modo, che sbatte e urta perché il tempo musicale è un optional e che ha in testa un unico obiettivo: portare a compimento la figura così come gli è stata propinata. E per molti questa è l’unica meta. E nel frattempo, chiunque in milonga si trova nel loro percorso non avrà scampo: dovrà spostarsi o sarà abbattuto fisicamente. Più aumenta il numero dei tangheri (termine audace) e più si balla in questo modo. E’ il risultato di un copiato piuttosto che una creazione improvvisata nello spazio a disposizione.
Mi rivolgo a chi è ancora in tempo, a chi iniziato da poco e può evitare tanti errori… l’anzianità media tanghera dei partecipanti a questo blog non è alta, ed io, che sento di dover imparare ancora tanto, voglio però “arrogarmi” il diritto di dare un consiglio :

Non confondete i ballerini con i maestri.
Troppo spesso non coincidono.

E in occasione della prossima sagra del tango che sto organizzando a Mongiuffi vi lascio con un video di due straordinarie coppie di Buenos Aires che saranno mie gradite ospiti.



6 commenti:

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  2. Ciao Aliento Milonguero, non so chi sei ma grazie per queste parole e immagini fresche e rinfrescanti. Il video mi e' piaciuto davvero tanto, e' incredibile sembra di essere li sotto il sole a guardare.

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  3. Caro Aliento, come sono d'accordo con te...
    Bisogna diffidare dai nomi altisonanti e guardare più alla sostanza che all'apparenza.
    La bravura e la presenza scenica di un ballerino non sono direttamente proporzionali alle sue capacità didattiche, anche se a volte questo può accadere.
    Mi auguro sempre che chi guida dei giovani discenti abbia la coscienza di proporgli incontri costruttivi che possano stimolarne la crescita artistica.
    Se così non fosse, ahimè, conto sul fatto che col tempo, acquisendo più esperienza e conoscenze della disciplina, ognuno di noi riesca a distinguere tra uno spettacolo autoglorificante ed la lezione di un vero Maestro.
    P.S. Per iscriversi al Festival di Mongiuffi cosa si deve fare? ;-)

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  4. Sono assolutamente d'accordo. La bravura ad esibirsi non significa necessariamente capacità di insegnare, o viceversa.
    Sta poi ai singoli organizzatori creare un programma di studio utile agli allievi, e se lo stage è inserito in programma organico allora forse serve. Ripeto forse.

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  5. Ciao Aliento... Sono Giuseppe. Innanzitutto salutami Raffa... è da un po' che non la incontro.
    Ma veniamo a noi all’argomento da te proposto.
    Gli insegnanti che ballano bene o che mostrano, con le loro esibizioni, quale possa essere il loro potenziale, permettono all'osservatore di poter giudicare se la loro tecnica può, o meno, contribuire a migliorare il proprio stile.
    Una sera, scambiando quattro chiacchiere con i, a noi ben noti, Erika y Adrian, sono venuto a conoscenza del fatto che studiano danza classica per sei ore al giorno e che poi, trasferiscono questa loro conoscenza nel tango.
    L'allievo può approfittare della loro fatica e del loro sudore, non potendo, il più delle volte, impiegare lo stesso tempo, lasciandosi guidare in nuovi spazi e movenze.
    Ciò vien fatto fino a quando il ballerino/a ha desiderio di crescere e ampliare la gamma delle possibilità combinatorie offertegli dalla libera interpretazione. Nel mio piccolo ho la fortuna di accompagnarmi con una tanghera davvero brava con la quale posso permettermi di sperimentare le sequenze più assurde (ne approfitto per ringraziarla pubblicamente per i calci che pazientemente ha sopportato nella mia fase di crescita) e godo nello scoprire come, i passi da loro insegnatomi, creino il substrato per lo sviluppo della mia fantasia.
    La applico in milonga scegliendo quali passi effettuare, come destrutturarli per eseguirne solo alcune parti, giocando sul tempo allungando o diminuendo i tempi di esecuzione e inventando altre sequenze una volta fatti miei i meccanismi che governano questo stupefacente modo di comunicare che è il tango.
    Ciò che mi sento di suggerire ai neofiti tangheri, è di non aver fretta di apprendere nuove sequenze ma, soprattutto all’inizio, di assimilare bene la tecnica.
    Sabato scorso mi sono ritrovato, dopo due anni che ballo e la mia partner tre e mezzo, a partecipare ad una lezione in cui veniva spiegata la tecnica del rimbalzo. Per noi è stata una faticaccia, oltre che un umiliazione. Questa lezione, solitamente, i maestri che ci hanno seguito la impartiscono dopo il primo mese di lezioni.
    Accolgo benevolmente, dunque, la miriade di stage offertimi, con la consapevolezza che tra tutti dovrò sceglierne solo alcuni, se non addirittura uno solo, con priorità alle lezioni dedicate alla tecnica. Maggiore è l’offerta, maggiore sarà la possibilità di scegliere quale stile prediligere!!!

    Buon tango a tutti e ci si vede stasera alla Tasca… bye bye….

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  6. Caro Giuseppe,
    porterò i saluti a Raffa che di tango, come avrai notato, è appassionata con "molta cautela"...
    Io non discuto sul fatto che grandi ballerini possono essere grandi maestri. Lo sono alcuni. Resto dubbioso che TUTTI i ballerini, giunto ad un buon livello estetico vanno in tournee a fare lezioni volanti. Ho viaggiato un pò in Italia nell'ambiente del tango, e, ti garantisco, che ogni città ha i suoi maestri di riferimento... quindi diciamo che questi "maestri-ballerini" ripetono sempre ciclicamente le stesse tappe. Molti di essi osannati in alcune regioni sono misconosciuti in altre. Una volta, in Veneto, mi parlarono entusiasticamente di un nostro concittadino a noi quasi sconosciuto ma che fa stage fuori Sicilia! Ecco perchè dico che è solo frutto di un attrazione pubblicitaria. Tu credi che le lezioni con i ballerini argentini itineranti ti abbiano aiutato? Bene, mi fa piacere per te. A me sono sembrati dei monconi. Adoro l'insegnamento di alcuni (spiacente x te ma la coppia da te menzionata, molto conosciuti in tutta europa, preferisco solo guardarla) e mi piace pensare che questi "alcuni" si esibiscono poco e qualcuno MAI. Il "rimbalzo" loro, se dopo due anni non lo sai fare te lo fanno nella pancia. In compenso però, per qualcuno insegnano un vocabolario limitato. Niente di ciò che quindi, nelle esibizioni, ci piace guardare. La milonga però (inteso come luogo), ripeto, è un altra cosa... Ti abbraccio

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