mercoledì, luglio 04, 2007

Carlos Gavito. Indimenticabile. 2

Saluto a Carlos Gavito

Cari amici tangheri oggi, 1 luglio 2005, ho ricevuto una telefonata da Maria Plazaola...
Carlos Gavito ha deciso di insegnare il suo tango altrove, e sono sicuro che lo farà con il suo inconfondibile stile e entusiasmo che lo ha contraddistinto fino a oggi.
Il milonguero atorrante si è fermato.
Gavito è morto a Buenos Aires nella sua casa assistito dalla sua famiglia e da tanti...tanti amici.
Sono felice di avere avuto la opportunità di averlo incontrato e, al tempo stesso di averlo fatto conoscere ai catanesi lo scorso febbraio in occasione di uno dei suoi ultimi stage europei del 2005.
Carlos ha voluto insegnare fino alla fine e fino alla fine ha vissuto senza mai tirarsi indietro.
Partendo da Catania, aveva promesso che sarebbe ritornato in settembre per un nuovo stage, ma soprattutto mi diceva che era fortemente interessato a trascorrere una settimana al mare in assoluta tranquillità.
I suoi insegnamenti, profusi con passione durante la sua permanenza nella nostra città, resteranno per sempre scolpiti nel nostro cuore.
Lui che amava ballare senza finale, è stato costretto a vivere il suo di finale, ma sono sicuro che lo avrà fatto con la sua solita eleganza.
Gavito ci ha insegnato il suo tango, anche quello senza passi, ma soprattutto ci ha insegnato a reagire alle avversità della vita anche quando la vita ci condanna senza opportunità di scelta.
Grazie Gavito!

Ennio, Tiziana, Maurizio, Simona.




Mi sono permesso di pubblicare un articolo pescato dal sito di Neotango e scritto da Ennio Bousquet che conosceva bene Carlos Gavito. Sono parole toccanti che manifestano l'essenza del grande Gavito.
Neanche io lo conobbi. Quando venne a Catania muovevo i primi passi da pochi mesi e non sapevo neanche chi fosse. Oggi, a due anni dalla sua scomparsa mi piace pensare che Gavito sia passato dalla nostra città... se solo avessi iniziato qualche mese prima...
Ho postato un video che ritrae l'ultimo stile di tango adottato da Gavito. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Per me è l'apice. Ma non esigo che chiunque debba intimorirsi nel poter affermare il contrario o che egli sia considerato necessariamente grande solo perchè è morto. Mi piacerebbe sapere se certe intuizioni che l'hanno reso grande ai miei occhi siano le medesime di altri appassionati. O se qualcuno ritiene che sia esagerato considerarlo l'apice.

2 commenti:

  1. Caro Aliento, ho riletto con piacere l'articolo che ben conoscevo.Colgo l'occasione per ricordare a me stesso ed a chi come te ha frequentato lo stage con il grande Tete che queste occasioni sono uniche e forse irripetibili per chi come noi ha preso "una cotta" per il Tango Argentino ed i suoi più alti esponenti.Ovviamente ( non sto a dirlo a te), non faccio riferimento a mirabolanti salti,sacade mozzafiato o passi da giocoliere ma, piuttosto ad un attegiamento di vero trasporto emotivo nei confronti della musica e di quello che ne consegue.Vedere quell'uomo alla sua tenera età (71 anni)muoversi e sentire la musica con tanta passione mi fa venire voglia di imparare sempre di più.....non trovo miglior insegnamento!
    Lorenzo

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  2. ciao Aliento
    condivido pienamente quello che scrivi su Gavito. Mi spiace di non averlo potuto conoscere e vorrei tanto poter leggere un libro su di lui (a proposito, semmai lo avessi, me lo presti?!). Trovo che l'interpretazione di questo brano con la Plazaola sia magistrale (che brava Maria!!!! unica!)!
    Daniela

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