From Felix Pichern... |
una leggenda vivente nel mondo del tango e delle storiche milonghe argentine, oramai presenza fissa al CataniaTangoFestival, ci ha regalato l’atmosfera di Buenos Aires con le sue tandas y cortinas, ma soprattutto con le sue dettagliate ed enfatizzanti descrizioni dei brani eseguiti durante le magiche milonghe etnee.
Tratto da “Intervista a Félix Picherna” di Miguel Angel García
Siamo seduti ad un tavolino d'angolo a qualche distanza dalla pista, dove persiste, nonostante l'ora tarda, la milonga bolognese dell'associazione argentina. Félix si tira indietro nella sedia e beve un sorbetto di vino. "Lasciami respirare un po', Miguel, e poi ti rispondo". Chiude gli occhi un istante, e riappare il sorriso allegro. Una boccata di fumo e comincia a parlare....
- Non sono nato a Buenos Aires, ma sono più porteño di molti. Avevo quattro anni quando i miei genitori mi portarono da Arrecifes (piccola città della provincia).
Siamo andati a vivere nella via Cerrito, quasi di fronte al teatro Colón, a trecento metri dall'obelisco. Oggi devi immaginarlo quel quartiere, che era di caseggiati malridotti nei quali vivevano centinaia di famiglie. Hanno buttato tutto giù per fare l'ampliamento della Nueve de Julio, quella che le dicono la più larga del mondo.
- Com'è stata la tua infanzia?
- La mia era una famiglia povera. A sette anni mi guadagnavo da vivere distribuendo giornali e riviste nei caseggiati vicini. Molti erano in demolizione; allora, con un gruppetto di amici della mia età ci siamo messi a recuperare piombo e rame dalle montagne di rovine. Ricordo che con i soldi che abbiamo presi, abbiamo comprato scarpe da tennis nuove e un pallone di gomma nera. Avevo otto anni quando conobbi la maledetta sigaretta, ricordo le marche, Tecla, Columbia, Barrilete, Brasil, Gavilán...
Bada bene, io non ero un bambino della strada. Ho fatto le elementari nella scuola Presidente Roca, nella via Tucumán angolo Libertad. Ho avuto la fortuna di essere scelto come il migliore compagno nel terzo e quarto anno, e come premio mi hanno inviato in colonia a Mar del Plata, t'immagini che allegria…
- Non credo che fosse semplice fortuna; già allora eri popolare tra i tuoi compagni di scuola per la tua simpatia, o sbaglio?
- Sì, devo dire che ero un ragazzino molto vivace e curioso. Mi ricordo l'attrazione che sentivo per la via Corrientes, con i suoi caffè, teatri, milongas. Ero ancora un bambino quando conobbi tanti Grandi: Miguel Caló, Firpo, De Caro, Charlo, Alberto Gómez, Scarpino, Caldarella, Di Sarli, Troilo, Eve Bedruni, Fiorentino, Marino, Beniamino Gigli, Miguel de Molina, Pugliese, Canaro ed altri ancora.
- Tanto piccolo ed eri già un appassionato del tango?
- No, è che ho avuto sempre buona memoria, e ricordo tutto. Ma nella mia testa, a quell'età, il posto centrale era occupato dalla 'macchina' di River Plate (nomignolo di una famosa squadra di calcio di Buenos Aires): Muñoz, Moreno, Pedernera, Labruna e Lustou, come vedi ancora ricordo. E anche le formazioni delle altre grandi squadre dell'epoca d'oro del calcio argentino. E i titoli di più di duecento filmati dell'epoca, e i nomi delle sale da cinema della via Lavalle (nota: in cinquecento metri di questa strada di Buenos Aires c'erano più di 150 sale da cinema).
- Qual'è il momento più significativo della tua infanzia?
Ti ho detto che finalmente sloggiarono tutti dalla via Cerrito per l'ampliamento della Nueve de Julio. Il Municipio diede alla nostra famiglia una casa nel quartiere Saavedra. Fu una riga che divise in due la mia vita di bambino, finii la vita di strada del centro, e conobbi invece una quartiere porteño di quelli classici. C'erano due vicini famosi: José María Gatica (che fu campione mondiale di box nella sua categoria) e Goyeneche, che era ancora sconosciuto e lavorava come conducente di un autobus della linea 67. Aveva intorno ai 30 anni, ed era noto nel quartiere perché cantava nei caffè a cappella e con un bicchiere di ginebra in mano.
- Quando ti sei avvicinato al tango?
- Saavedra, Villa Urquiza, Villa Pueyrredón e Villa del Parque erano quartieri che, nonostante la decadenza degli anni 50, mantenevano una tradizione tanguera, nei club e nelle sale da ballo. Ai quattordici anni sono stato assunto come bidello in un Ministero. Distribuivo mate cocido (bevanda argentina simile al the) e cartelle e corrispondenza, anche nella Casa Rosada (palazzo di governo) che era a duecento metri di distanza. Tutte le sere ascoltavo Radio Colonia di Uruguay, da dove Julio Jorge Nelson, detto "la Vedova", faceva da Dio un'ora di dischi di Gardel. Nelson diceva di lui che era "il bronzo che sorride", e spaziava tra le 800 registrazioni che si conservano di "quel che sempre canta meglio". Per un altro bicchiere di vino te le canto tutte…
- Certo che t'invito con un vino, Félix, ma al momento m'interessa di più la tua vita.
- Sicuro che non conosci una perla, il vals "Aromas del Cairo"?
- No, ma ricordo che dicevano "aromas del Cairo" (profumi del Cairo, Egitto) all'odore del Riachuelo (fiume nel sud di Buenos Aires, molto contaminato), e dalle mie parti all'odore del porto di Berisso (porto della città di La Plata), quando arrivavano i carichi di guano dal Peru…
- Continuo con la mia storia. A 16 anni frequentavo già le piste e sale di ballo dei quartieri vicini; è stato allora che mi si è svegliato lo spirito del firulete tanguero, l'amore per il tango ballato.
- Cosa che sarà stata fondamentale quando hai iniziato il tuo lavoro come musicalizzatore…
- È vero; bisogna indovinare quel che gli chiede il corpo al ballerino in ogni momento della notte, e quello con diversi pubblici. Ma è importante anche la memoria: oltre quelli del grande Carlitos che ti ho detto, ho memorizzato titoli, autori e a volte le parole di tutti i tanghi delle grandi orchestre degli anni '30, '40 e '50. Credo di avere intorno ai 4.000 temi nella mia testa.
- Com'è che ti sei messo a fare il musicalizadór?
- Mi piaceva ballare e frequentavo i boliches tangueros. Negli anni 60 le orchestre apparivano sempre meno, e alla fine sparirono. Passare dischi costava meno, e nelle milongas entrava sempre meno denaro. Io avevo bisogno di soldi e selezionare dischi era un lavoretto che mi veniva naturale. Il mio vizio era il gioco, mi sono sempre piaciute le corse di cavalli e i casinò. Nonostante frequentassi ambienti "pesanti", mai mi sono drogato né sono finito in un Commissariato di polizia.
- Ti credo, con l'età che hai sembri un ragazzo. Adesso ti faccio una di quelle domande maledette: quali sono i tuoi tanghi favoriti?
- Sono tanti, fratello! Vediamo, scrivi e fermami quando vuoi:
El flete - D'Arienzo
Comparsa criolla - Tanturi
El taladro - De Angelis
Pablo - Troilo
Inspiración - Troilo, Canaro
Café Domínguez - D'Agostino
Qué te importa si te lloro - Caló
Malena - Demare
El monito - De Caro, Pugliese
La carcajada - Firpo
La Tablada - Donato
Canaro en París - Rodríguez
Tinta verde - Di Sarli
Ninguna - Siro Fernández
La cumparsita - Matos Rodríguez
El Yaguarón - Biagi
Criolla linda - Lomuto
La torcacita - Di Sarli
Tigre viejo - Fresedo
- Fermati, fermati che qui facciamo la mattinata! Per finire, dimmi una cosa di tango che ti piace, o che adoperi quando lavori.
- "Se murió el morocho y allá en la barriada los puntos más bravos maldiciendo están, vos eras el hijo de todas las madres, eras el amigo más bueno y más fiel, qué triste se queda sin vos Buenos Aires, que Dios te bendiga, ¡Carlitos Gardel!"
"È morto il brunetto e là nel quartiere i tizi più duri maledicono il destino. Eri il figlio di tutte le madri, eri l'amico più buono e fedele, che triste rimane senza di te Buenos Aires, Dio ti benedica, Carlitos Gardel!"
Finii piano il mio whisky mentre Félix, sempre in movimento, ordinava le sue interminabili pile di cd e parlava animatamente con Patricio. Ha la stampa del porteño di un tempo, pensai: milonga, corsa dei cavalli, donne e gioco. Più che un musicalizadór, è una corda che unisce il Buenos Aires del passato con questa bella gente di Bologna, Parigi, Amsterdam, Barcellona, Lubeck e Marsiglia. Se io fossi del governo, giuro che lo nominerei ambasciatore della cultura argentina. Ma non sono del governo.
Misi il giaccone, salutai gli amici, e m'indirizzai piano verso casa mia.
Miguel Angel García
Bolonia, febrero de 2001
Purtroppo di Felix resta solo la simpatia. Onore al merito e al suo passato ma niente di più. Purtroppo le doti di grande musicalizador sono arruginite e l'implacabile incedere degli anni non ne migliora l'estro. Ho assistito a brani ripetuti più volte durante la serata, tandas mischiate alla rinfusa, qualità delle musicassette sempre peggiore, brani che s'interrompevano e ricominciavano... insomma, una cosa un po' raffazonata. Qualcosa che accetti solo perchè è Felix. Lo conobbi a Torino nel '05, lo rividi l'anno scorso e quest'anno a CT. E' in declino. So di essere irrispettoso nei confronti dell'età ma voglio essere ligio nella qualità dei risultati.
RispondiEliminaPeccato sia ormai da apprezzare solo l'aspetto folkloristico.
Senza nessun desiderio di far polemica dico che per me è meglio andare in una milonga dove è presente un musicalizador come Felix, che è capace di raccontarmi aneddoti sulla storia del Tango che lui ha vissuto in prima persona, che sottolinea l'incipit di un brano con quello stile retrò e nostalgico che lo rappresenta e che in fondo caratterizza il Tango stesso, piuttosto che uno perfetto nella selezione di tandas e cortinas, ma diverso da lui. Hai ragione quando dici che ci sono errori che "accetti solo perchè è Felix". Felix, come sono sicura anche altri musicalizador della sua esperienza, dà alla milonga quel sapore in più che nessun CD, nessuna sequenza musicale perfetta possono regalare. Quello che ci aspettiamo da lui in fondo non è affatto la perfezione della programmazione musicale, ma proprio quello che tu chiami aspetto folkloristico e che io preferisco avvertire come l'espressione di un'esperienza e del vissuto di un'epoca che guardiamo tutti con nostalgia.
RispondiEliminaP.S. Giannicola, foto toccanti.
RispondiEliminaDurante una milonga primaverile, il musicalizador di quella serata aveva suscitato la tua ilarità, cara Scarlett, proprio per il suo "sottolineare l'incipit di un brano" con la presentazione dell'orchestra... Ilarità che durò, a mia memoria, per più giorni, in quanto non solo non ti fu proprio gradito, ma anche perché non ne trovasti l'utilità...
RispondiElimina... Forse ricordo male...e chiedo venia...
Ma se così non fosse sono sempre apprezzabili, ai miei occhi, quelle persone che 'con coscienza' rivedono le proprie posizioni...
;-)))
vero... vero... non ricordi male! Scarlett disse: "ma questo che vuole co sto microfono, a noi che ci interessa di chi ha suonato sta musica?".... parole tue cara Scarlett! Ed ora speriamo non fai come la Claudia Vinciguerra! ;););)
RispondiEliminaSecondo me vi servite dallo stesso spacciatore...
RispondiElimina24 Aprile 2007. Majazè. Sei tu che devi cercare uno spacciatore con roba più pura ;)
RispondiEliminaSo' giovani caro Felix ,scherzano!
RispondiEliminaOvviamente si spaccia solo tanta Simpatia. GiustoAliento? Notte Tangosa a tutti.
Carissimi, se l'italiano non è un'opinione, rileggetevi il mio commento e vedrete che mi riferisco a Felix e a gente del suo calibro, non a tutti i musicalizador del mondo; mi riferisco a lui e a come il suo carisma e il suo aspetto "folkloristico" dessero un sapore in più alla milonga.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il tuo riferimento a quella specifica milonga (che francamente non avrei nominato sul blog per rispetto agli organizzatori), quella sera ho detto che me ne stavo andando perchè non mi piaceva la serata IN TOTO e, se l'Alzheimer non mi ha ancora colto, ricordo che quello che non mi andava bene della regia musicale erano i passaggi bruschi da un pezzo all'altro, le cortinas e la selezione musicale, x i MIEI gusti troppo "vecchia"!
Quindi, ragazzi carissimi, vi consiglierei di leggere i commenti di chiunque (me compresa) con un atteggiamento un attimino meno cattedratico e tendenzioso, evitando di equivocare i concetti espressi per strumentalizzarli a vostro piacimento.
Vi saluto con l'affetto di sempre e con il caloroso sorriso della Vinciguerra...
Cattedratico!!! ma tu fai colazione con latte e Garzanti? quante ne sa sta scarlett!
RispondiEliminaSergino, è la Vinciguerra che ogni tanto s'impossessa di me e mi fa parlare "strane lingue"! ;-))
RispondiEliminaBuon pomeriggio, io ho conosciuto Felix nel 2004, immagino che l'età e la stanchezza possano influire senz'altro, ma dove lo trovi uno che sta attento a come si riempie la pista e che cambia programmazione musicale in base al gradimento mostrato dai "ballerini"? O che commenta in quel modo così particolare?
RispondiEliminaIo l'ho potuto apprezzare lungo tutta una stagione (è il musicalizador di un locale "Tanguera" qui a Roma) francamente lo trovo migliore di molti altri (dal puinto di vista classico, anche se devo dire qualche volta ha programmato pure gotan...).
un saluto a tutti
mass
Camaleontica... non ci sono altre parole più "cattedratiche" x esprimere la tua essenza ;););)
RispondiEliminaSì comu na 'iatta, a cascari sempri a dritta... ;)
visto che ho avuto modo di scrivere solo 3 post e altrettanti commenti solo ed esclusivamente di ambito musicale, mi pare fuori luogo utilizzare i termini tendenzioso e strumentale... Oltretutto, non essendo l'italiano un'opinione, non scrivere commenti al plurale perché rischi di generare solo confusione!!!
RispondiEliminatutto il resto sarà superfluo...
Tra le foto di felix e i vostri commenti sembrate i muppet's show
RispondiEliminaun saluto a tutti
RispondiEliminasignori ma cosa sta succedendo e un blog di gente amica o di pazzi
si deve parlare di tango o di scuole di pensiero o di scuole diverse
malgrado tutto io ero presente alla discussione in quella fatidica serata di primavera e mi tocca prendere parola
scarlet per quanto mi ricordo io ed eravamo entrambi d'accordo
parlavamo che la serata era moscia e c'era poca gente con cui ballare e che le musiche erano un pò monotone, perchè a me e a scarlet credo piace un pò tutto il tango e non solo un genere,quindi ci lamentavamo del fatto che ci fosse soltanto un tipo di tango "marcette" ma non abbiamo inveito su nessuno e screditato nessuno dicendo che antiquato o perchè non si mette in pensione, ne abbiamo preso atto e dopo un pò siamo andati via ,se avremo voglia di andare a ballare quel tipo di tango sicuramente torneremo se no andremo alla serate che più ci piacciono,credo che sia così per tutti.
Altro appunto:
a me hanno sempre insegnato che dalla gente più anziana si può sempre imparare e bisogna sempre rispettarla perchè da loro viene tutto quello che abbiamo noi, sia bello che brutto. Faccio anche notare che durante tutte le serate sono stato vicino a felix e venivano da tutte le parti d'italia a congratularsi e a vedere come si destreggiava tra le cassette restando sbalorditi, io stesso sono stato li a vedere quello che faceva perche non capivo vome faceva, ragazzi era fantastico, io lo adoro mi fa troppa simaptia meno male che esiste.
vi posso dire una cosa: ballate tutti e divertitevi
w il tango
vi saluto
Giuseppe
Mi spiace trovare un elenco smisurato di commenti "OFF TOPIC", ci sforziamo piacevolmente a pubblicare post, foto, recensioni e chicche varie in giro per il mondo tanghero, ed invece di commentare in maniera costruttiva ed integrativa molto spesso accade quello che nn dovrebbe accadere, tutto ciò mi meraviglia soprattutto vista l'età media degli attivisti del BLOG. cmq. ringrazio coloro che continuano ad esprimere ed a contribuire con i loro giudizi a dare senso e sostanza ai temi proposti.
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