venerdì, giugno 15, 2007

Coppia tanghera – Istruzioni per l’uso (parte II)

La donna: l'altra faccia del Paradiso.
E’ vero, spesso anche noi donne, come gli uomini, ci lasciamo prendere dall’ansia da figura e a volte anticipiamo la conclusione di qualche passo, senza rispettare la frase musicale. Credo che ballare sul tempo sia l’ABC della danza in genere, ma allo stesso tempo ne costituisce la sfida più difficile, perchè andare sul tempo significa interpretare il brano musicale, dare alle note una forma fisica, disegnare il pentagramma con il movimento del proprio corpo.
Non è una cosa immediata e non sempre è innata.
Alcuni sono più fortunati, perchè hanno un orecchio naturale che gli permette di andare a tempo, senza nemmeno pensarci, ma seguendo un istinto che li porta a muoversi sulle note giuste.
Altri invece fanno un pò più di fatica ad educarsi a questa pratica.
E’ proprio per questo motivo che credo fondamentale che i maestri propongano lezioni di educazione musicale, invece di insegnarci soltanto passi e sequenze che, senza la giusta ritmica ed interpretazione melodica, ci fanno somigliare a dei fantocci di pezza, piuttosto che a ballerini di tango.

Quando si balla in coppia, la donna acuisce tutti i sensi per essere ricettiva il più possibile, intuire l’intenzione coreografica dell’uomo e riuscire a dargli l’eleganza e l’interpretazione giusta.
Non è nemmeno questo un lavoro facile.
E’ necessario mettere insieme tantissimi ingredienti, che per noi donne sono: innanzitutto molta pazienza, perchè bisogna accettare gli errori del partner, che diventano inevitabilmente limiti anche per noi; l’abbattimento dell’istinto naturale che ci porterebbe a muoverci liberamente sulla scia della musica; il riconoscimento e l’accettazione dei ruoli tangheri, che non sempre corrispondono a una medesima attitudine nella vita a condurre o a seguire; l’offerta totale del proprio corpo all’abbraccio dell’uomo, cercando sempre e comunque di mantenere il proprio asse per non sbilanciare la coppia e limitare i movimenti; la capacità di seguire; la capacità di interpretare; la capacità di abbandonarsi, mantenendo viva e sveglia la comunicazione col partner. Tante cose...

Noi donne ci impegniamo per dare agli uomini tutto questo.
Spesso però, a fronte di tanto lavoro su noi stesse, che io trovo estremamente femminile e introspettivo, ci troviamo a ballare con uomini che vivono il rapporto tanghero come un amplesso (e in fondo per certi versi lo è), caricandolo di una tale “ansia da prestazione”, che alla fine scopo del tango diventa dimostrare quanto siamo bravi, quante figure sappiamo eseguire, piuttosto che godere insieme di una magia, di un’emozione, di un piacere che dura per tutto il tempo di un brano musicale; di un’intesa che non risiede in una serie di figure, ma nell’armonia e nella complicità dei ballerini.
Come in un rapporto d’amore
.

Tutto il resto non è tango, ma esercizio fisico.
Quindi, uomini, non preoccupatevi di ordire trame coreografiche impossibili, bastano piccoli passi, messi sulle note giuste, per rendere grande il più semplice dei tanghi! Poi, se ce ne sono le capacità, delle belle figure esaltano un buon tango di base, come dei ricami sulla tela di un lino prezioso.
Ma innanzitutto, dobbiamo preparare il tessuto
...

A questo fine, rispettate la frase musicale, ascoltatela, sentitela, fatela vostra, nostra, ballatela, altrimenti ci darete la sensazione di essere sballottate tra le vostre braccia, non guidate, e “suoneremo” come delle campane stonate, private di qualunque possibilità interpretativa.
E’ un lavoro raffinatissimo, che deve essere fatto insieme, con grande umiltà e disponibilità l’uno nei confronti dell’altro, come in ogni storia d’amore...
Ma anche questo è il bello del tango.
Scarlett

5 commenti:

  1. Cara Scarlett, non condivido alcuni punti da te espressi.
    Quando dici che "l'andare sul tempo significa interpretare il brano musicale" cosa intendi?
    A mio modesto parere una cosa è ballare sul tempo, un'altra è interpretare il brano.
    Un ballo, qualunque esso sia, può essere ballato sul tempo dandone un interpretazione diversissima.
    Si può scegliere di compiere passi su tutte le battute musicale, come solo su alcune, o inserire addirittura i controtempi. In tutti questi casi si sta ballando a tempo ma si sta interpretando il brano in maniera del tutto differente.
    Cosa intendi, poi, con "note giuste"? Esistono le note giuste?
    Ognuno di noi caratterizza il brano che sta ascoltando decidendo di dare più enfasi a certe note e non ad altre... Ma ciò sta nel gusto personale di ognuno di noi, non nel "giusto" assoluto.
    Per il resto mi trovo in piena sintonia con quanto da te scritto.
    Un beso e, ci si vede presto in milonga!!!
    Ciao

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  2. Allora....andare sul tempo x me significa POTER interpretare un brano. Ti spiego meglio cosa intendo:
    alcune persone ballano senza rispettare il tempo musicale, ma sentono il brano dentro di se, lo vivono con passione, si emozionano e lo ballano dandogli una loro personale interpretazione; sono convinti che le donne con cui ballano provino le loro stesse emozioni, perchè s'illudono di riuscire a trasferirgliele per qualche strana alchimia; ahimè, non è così. Parlo per la mia esperienza personale ovviamente. Quando un uomo balla fuori tempo e mi trascina con lui, per me non esiste interpretazione. E'impossibile. Divento un'esecutrice, seguo soltanto, annoiandomi, e spero che la tanda finisca presto...
    Ogni passo risulta stonato, ogni emozione scoordinata rispetto alla musica e questo non è ballare...
    Come fa un uomo ad interpretare un brano se nemmeno sta ad ascoltarlo? Se non ne sente la vibrazione dentro lo stomaco?
    Il discorso che fai tu và oltre, ed è legato alla libera interpretazione di ognuno. Ma io parlo dell'ABC. E' impossibile interpretare un brano se si va fuori tempo. E' impossibile emozionare una donna. E' impossibile creare la magia.
    Anche quando parlavo di note giuste mi riferivo al rispetto del tempo di queste note. E' ovvio che poi ognuno di noi possa giocare col tempo come più gli piace, rispettandolo però...
    Chiudo con una citazione tecnica: "il tempo dà un'indicazione sulla velocità di esecuzione ma è anche uno strumento con cui il compositore fissa lo stile per ottenere l'interpretazione giusta".
    Spero di essere stata più chiara.
    Baci

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  3. Cara Scarlett, innanzitutto auguri in ritardo. Leggo sul tuo commento il consiglio di mantenere indipendente il proprio asse; è un consiglio spesso dato da molti maestri ed io lo considero uno dei tanti beveroni da far ingurgitare agli allievi per farli ballare come il maestro propone. Nel tango l'asse può essere condiviso e può essere indipendente. Per l'intera durata di un tango e/o per una parte di esso.
    Secondo: come fa un maestro di tango (che non è un musicista) ad insegnare educazione musicale e a proporre un interpretazione melodica? (che forse non ho capito cos'è o se ho capito cos'è la chiamerei in altro modo)... cosa vuol dire?
    Terzo: esaltare l'enfasi armonica di due corpi in pochi minuti non l'accosterei ad un rapporto d'amore. Per fortuna l'amore è una cosa più seria e di solito più duratura ;) Una frase bellissima di Gavito (scusate il mio continuo citarlo) dichiarava la sua stanchezza nell'ascoltare i soliti commenti e riferimenti vari (amore, sesso etc etc) sul tango. Per lui (che paradossalmente visse sui palcoscenici) il tango era innanzitutto un BALLO, improvvisato, sociale e milonguero (nel senso di praticarlo in milonga) dove la fortuità e furtività di un incontro potevano talvolta trovare una dimensione spirituale più che passionale.
    In buona sostanza il tuo commento denuncia:
    a) una chiara e condivisibile ricerca di un tango ideale (del TUO tango)
    b) una palese ricerca di un ballerino (o più di uno) all'altezza di condurti, per pochi minuti ad un alto livello spirituale (i rapporti d'amore lasciali stare ;))
    c) la consapevolezza di "preparare il tessuto" (come dici tu) perchè il punto b si manifesti...consiglio: perchè non provi a chiudere gli occhi quando balli? So che per una Gemelli non è impresa facile ma io proverei;)
    d) Una conoscenza musicale da approfondire un po' perchè secondo me hai espresso concetti un po' confusi tipici di coloro che hanno esperienza di ballo e non di musica (come molti maestri di tango).
    Luis Castro, allo scorso stage durante il Catania Tangofestival ebbe l'umiltà (assurdo che l'abbia lui) di portare con sè un musicologo e musicista, il Dott. Pozzi che, in pillole, spiegò alcuni concetti musicali fondamentali (con la giusta terminologia!!!) ma a noi provetti ballerini quasi sconosciuti.
    "E' negli istanti di decisione e nella vostra sicurezza che si forgia il vostro tango" (frase sempre di Lui)
    ovvero sia(secondo me): Farete bene quello che siete certi di saper fare bene. Quello è il vostro tango.
    Baci dal vs. Don Chisciotte rompic.

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  4. ciao scarlett
    credo che tu stia rendendo freddo un ballo passionale,va bene il tempo e sono daccordo, ma un tango con la techinca perfetta è niente senza passione è solo esercizio fisico,ma cosa dirti forse la tua passione si esprime nella tecnica,la mia si esprime interpretando la musica e cercando di dare e prendere emozioni,anche un sospiro una pausa più lunga e prima di ripartire muovere una mano dietro la schiena,per me è tango
    scusate non sono un professionista e non lo diventerò mai, il tango è un divertimento e non una professione ho gia il mio lavoro che mi stressa :-)
    un saluto a tutti

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  5. Grazie per gli auguri Aliento.
    Quando parlo di asse non ho mai usato il termine "indipendente", ho detto che la donna deve mantenere il proprio asse, che sia poi anche condiviso dall'uomo va benissimo; quello che non mi sta bene è quando ci sbilanciate, togliendoci stabilità e possibilità di movimento. Capita. Credimi.
    Un maestro di tango, un Maestro, dovrebbe anche sapere un pò di educazione musicale, altrimenti fare come Luis, da te citato, che integra le sue competenze con quelle di un insegnante di musica.
    Mia personale opinione.
    Per quanto riguarda l'associazione col rapporto d'amore...consentimi per carità di sognare per un istante e di operare una piccola digressione poetica, anche se in fondo si crea davvero una complicità assimilabile a quella degli amanti, che cercano di "intuirsi" per soddisfarsi a vicenda...
    Continuo dicendonti che quello che cerco io nel tango non rientra tra i punti del tuo elenco e che i miei occhi si chiudono più spesso di quanto immagini, sebbene io sia una Gemelli (non sapevo che ci fossero dei tratti del mio oroscopo che limitano i movimenti delle mie palpebre...); ma come diceva il grande Gavito, scusami se ho l'ardire di citarlo anche io, non bisogna chiudere gli occhi in qualsiasi momento del tango e nessuno dovrebbe consigliarti di farlo, perchè "nobody can teach you the feeling", deve venirti da dentro. Comunque li chiudo spesso, ti assicuro, perchè per mia fortuna alcuni uomini mi fanno arrivare a quell'alto livello spirituale di cui parli.
    Poi perdonami se ho espresso concetti musicali non degni di Paganini, ma ho studiato danza per 24 anni della mia vita, con maestri di differenti discipline e provenienze, e non ho avuto il "tempo" di studiare anche musica.
    Ma so che un'amica pubblicherà un commento più tecnico in tema musicale e aspetto di leggerlo.
    Il mio post non aveva un'intenzione didattica, non ne ho le competenze, ma esortativa. Mi piace "costruire" il mio tango ideale insieme agli uomini con cui ballo.
    Vorrei rispondere anche ad Anonimo (mi piacerebbe chiamarti per nome ma non me ne hai dato la possibilità). La tecnica è lo strumento base attraverso il quale il nostro corpo può esprimere l'emozione. E' come quando parliamo: esprimere lo stesso concetto con un buon linguaggio o con uno sgrammaticato non è la stessa cosa...Mi sembra scontato che ciò non tolga nulla alla passionalità di ognuno di noi.
    Questo è il mio punto di vista, non è detto che debba essere condiviso universalmente, ma sono contenta che abbia creato degli spunti per la discussione.
    Alla prossima milonga.

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